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La storia dell'arte novarese in una nuova collana Booksystem

Arriva in libreria "Dal Medioevo al Seicento", nuovo libro che raccoglie studi inediti dedicate all'arte novarese

E' in libreria da venerdì 14 maggio "Dal Medioevo al Seicento: scritti di storia dell’arte a Novara", nuovo libro che raccoglie studi inediti dedicati all’arte novarese edito da Booksystem.

Il volume ambisce a essere il primo di una collana, "Nuove ricerche di Storia dell’arte novarese", dedicata ai tesori del nostro territorio: "L’obiettivo della collana - spiega Francesca Giordano, editore di Booksystem - è quello di colmare l’assenza di pubblicazioni specialistiche dedicate alla storia dell’arte e di incentivare la ricerca storico-artistica soprattutto su alcuni monumenti o periodi storici ancora poco indagati. Booksystem si propone soprattutto di accendere l’interesse sull’identità culturale del territorio piemontese e lombardo, dando visibilità con questa nuova collana estremamente fruibile al lavoro di ricercatori troppo spesso confinato al solo ambito specialistico".

I curatori del volume sono gli storici dell’arte Luca Di Palma ed Elena Rame. I quattro contributi sono il frutto della ricerca di professori e studiosi che collaborano con prestigiose Università in Italia e Svizzera e che hanno scelto di pubblicare i loro saggi su tematiche ancora irrisolte del nostro ricco patrimonio monumentale portando luce e accendendo stimolanti dibattiti su questioni spesso ingiustamente relegate al solo ambito accademico: Simone Caldano (professore all’Università La Sapienza, Roma), Simone Riccardi (dottore di ricerca), Luca Di Palma (Université de Lausanne) ed Elena Rame (docente e storica dell’arte).

Il primo studio di Simone Caldano, dedicato al Duomo romanico di Novara e alla figura del vescovo Litifredo (XII secolo), rintraccia le origini della Cattedrale di Novara per restituirle le forme architettoniche originali attraverso la minuziosa ricostruzione delle tecniche edificatorie dell’epoca che rimandano a un ambito mitteleuropeo di ampio respiro. Da questo attento elaborato, basato sulle limitate immagini precedenti all’abbattimento dell’Antonelli e su un’attenta analisi storica e bibliografica, ci si approccia al vero lavoro dello storico dell’architettura, che ha il dovere di contestualizzare e riportare su fondamenti concreti l’oggetto della sua indagine per inserire nuove tessere in un mosaico molto complesso: in questo caso gli elementi architettonici e l’impianto di un edificio scomparso, che ha lasciato nel nuovo solo poche tracce leggibili.

Il secondo saggio di Simone Riccardi prende in esame tre sculture lignee di Madonna col Bambino, provenienti dalla Diocesi di Novara, realizzate tra il Duecento e il Quattrocento, per attribuire loro una collocazione e una datazione coerenti, che ancora non erano state definite con certezza. Dal prezioso contributo emerge la constatazione che, pur trattandosi di opere collegate stilisticamente ad altri manufatti opportunamente censiti, il loro studio rimane ancora carente. Vale dunque la pena valorizzarle e ricondurle in un ambito artistico prolifico intessuto da maestranze attive in Piemonte, Lombardia e Svizzera tra il XIII e il XV secolo.

Segue uno studio estremamente interessante di Luca Di Palma su due corali genovesi custoditi presso l’Archivio Storico  Diocesano di Novara (un Antifonario e un Graduale di inizio Trecento). Questi provengono dall’Abbadia, ex abbazia di San Bartolomeo, fondata dall’ordine Vallombrosano nel XII secolo, di cui si ripercorre la storia con quella della sua biblioteca e del suo ricco patrimonio librario andato quasi interamente disperso dopo la soppressione del monastero. Lo studioso ci conduce nella sua scrupolosa indagine attraverso l’analisi delle miniature e delle iniziali (con il suffragio delle fotografie) e la comparazione con modelli europei che, mediante l’attento esame dei tratti e delle tecniche esecutive, gli hanno consentito di ascriverli all’ambito genovese a cavallo tra la fine del Duecento e il principio del Trecento, con suggestioni e influenze francesi, inglesi, bolognesi e bizantine.

Il quarto contributo, realizzato da Elena Rame propone uno studio inedito, ancora in fase di realizzazione, sul Fondo Museo custodito presso l’Archivio di Stato di Novara. Esso prende avvio dal particolare interesse suscitato dall’arte figurativa novarese da parte dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria nel periodo a cavallo tra XIX e XX secolo. Attraverso l’analisi di lettere, documenti e testimonianze d’epoca emerge la volontà di riconoscere e valorizzare il patrimonio rinascimentale del Novarese, che trova il suo centro nella straordinaria figura di Gaudenzio Ferrari, per conferirgli una dignità storica e una connotazione di scuola pittorica locale.

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