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Da Divignano a Roma a piedi per restituire i 600 euro a Conte, la marcia del sindaco ristoratore

Il viaggio di protesta di Gianluca Bacchetta è partito il 1° maggio e nell'autocertificazione il primo cittadino ha scritto "spostamento per comprovate necessità lavorative": con sè ha infatti una bottiglia di birra da consegnare ad un cliente

A piedi da Divignano a Roma per riconsegnare al premier Giuseppe Conte i 600 euro ricevuti dall'Inps. E' il viaggio di protesta di Gianluca Bacchetta, detto Gilu, sindaco di Divignano e titolare della birreria Edelstube di Pombia, che il 1° maggio è partito alla volta della capitale per portare all'attenzione del Governo le difficoltà che stanno vivendo cittadini e imprenditori. Con sè, oltre alla fascia tricolre, il primo cittadino ha anche l'autocertificazione in cui ha scritto "spostamento per comprovate necessità lavorative": nello zaino ha infatti una bottiglia di birra da consegnare ad un cliente della capitale.

La sua avventura è raccontata su Facebook, dove è stato creato un gruppo in cui poter seguire tutte le tappe del viaggio di protesta del sindaco Bacchetta, che domenica sera è arrivato a Piacenza con una bici ricevuta in regalo da un amico il giorno prima, per poi dirigersi verso Parma. E da Parma è ripartito oggi, martedì 5 maggio, per dirigersi verso Aulla, in Toscana.

sindaco divignano a piedi a roma-2

"Questo mio gesto - ha spiegato Bacchetta - non vuole essere assolutamente irriguardoso nei confronti delle tante vittime di questa terribile tragedia mondiale e dei loro familiari. Sto andando a Roma perché ho un paio di domande a cui penso di avere diritto ad avere una risposta. Perchè voglio restituire fisicamente i 600 euro che ho ricevuto guardando negli occhi il Primo Ministro Conte. Qualche numero veloce: 2100 euro di affitto per il locale; 500 per casa; 10 dipendenti (ho anticipato loro anche 300 euro a testa dal Tfr, perché la cassa integrazione ad oggi ancora non l’hanno vista. La spesa non si fa coi 'pagherò'); 1800 euro di finanziamento al mese per l’attività, che la banca continua inesorabilmente a prendersi; fornitori da pagare; assicurazione; rate autocarro; un figlio; 540 euro di mantenimento. E dopo 54 giorni? 0 (zero) euro sul conto, che se dovessi non riaprire il ristorante diventerebbero, tra Tfr, dipendenti, fatture, e varie - (meno) 107mila euro, senza contare le tasse 2019 e 2020. Qualche capoccione lì a Roma penserà che sono un pessimo imprenditore e che quindi forse è meglio che chiuda. Ecco un altro scopo di questo viaggio: farmi portavoce di tutti noi 'pessimi imprenditori' che però diamo da lavorare all’Italia. Io ho 6 dipendenti fissi e 4 extra a chiamata che vivono grazie alla mia 'incapacità imprenditoriale'. Il continuo posticipare questa apertura prima al 3 aprile, poi al 12, poi al 14, poi al 28, poi al 4 maggio, poi al 18 maggio, ora al 4 giugno, rende impossibile organizzarsi. Qualcuno del mio settore ha cominciato le consegne a domicilio, ma è un mero palliativo che non copre neanche le spese e che allunga solamente questa terribile agonia in cui siamo precipitati. Io (ma parlo a nome di tutti) nel mio locale bavarese non vendo solo buon cibo e ottima birra. Offro emozioni, offro un’esperienza da vivere. Al ristorante ed in birreria si parla, si ascolta musica, ci si dimentica per qualche mezz’ora dei propri problemi, si socializza. Poi si mangia e si beve… diventa quasi un contorno il buon cibo. E i paletti assurdi che si vogliono mettere per le riaperture? Possibile che nessuno pensi a questo? Che nessuno pensi a noi? Ma soprattutto, che nessuno ci aiuti seriamente?".

"E come sindaco? Perché vado a Roma come sindaco? Sono il sindaco di Divignano - ha spiegato ancora Bacchetta - un paesino di 1404 abitanti e da sindaco riporto il malessere e la preoccupazione dei miei concittadini e dei pochi piccoli imprenditori rimasti nel mio paese. Abbiamo ricevuto, grazie al Fondo di solidarietà alimentare, 9782 euro con i quali abbiamo aiutato, distribuendo loro dei buoni spesa, 61 nuclei familiari per un totale di 183 persone. Un grande aiuto, è vero, sicuramente più dei 600 euro dati alle Partite Iva. Ma le persone che ancora non lavorano per colpa del virus sono tante e mangiano ogni mese, non una tantum. Spero di conoscere tutti i sindaci dei Comuni da cui passerò, con l’augurio che mi accompagnino nell’attraversamento dei loro paesi così che diventi spunto per un confronto con loro, sulla gestione di questa emergenza".

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