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Martedì, 16 Aprile 2024
Attualità Momo

Momo, in vendita un monastero con più di mille anni di storia

600 mq di struttura e un giardino di 4mila mq in vendita

Un edificio antichissimo e di grande prestigio, con una storia che affonda le sue radici agli anni precedenti al 1000, è appena apparso sul mercato immobiliare.

Il Monastero di San Bartolomeo dell’Ordine degli Umiliati, immerso nelle campagne di Momo, è infatti in vendita. La porzione dell'antico monastero acquistabile è di più di 600 metri quadrati, con un giardino di oltre 4000 metri quadrati con molti alberi da frutto. Un luogo ideale per chi vuole vivere immerso nella natura o creare una struttura ricettiva davvero unica.

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Le origini ed evoluzioni del monastero nel corso dei secoli sono descritte nel volume “Momo – Contributi per la storia di una località chiave del Medio Novarese” (Ed. Comitato festeggiamenti santi Zeno e Tecla, 1985) di Giancarlo Andenna, storico novarese considerato uno dei massimi esperti di storia medievale. Il libro riporta il contributo di Giuseppe Balosso, che nella sezione dedicata scrive: “Il Monastero di Momo dovrebbe essere sorto ancor prima dell'anno Mille, in base a quanto si legge in un documento datato al 25 gennaio 1604, che fa risalire la fondazione ad oltre seicento anni prima di quel giorno”.

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Balosso riferisce che al suo interno vivevano una ventina di monache che “provenivano unicamente da famiglie altolocate, le quali erano tenute a corrispondere una ellemosina assai consistente al momento del loro ingresso nell'Ordine; già all'inizio del '500 la dote spirituale ammontava ad almeno 400 lire e verso la fine di quel secolo a non meno di 1200 lire”. A metà del '400, secondo lo storico, il Monastero si ritrovò conteso: i reggitori del Comune di Novara volevano assumerne il controllo, dopo l'adesione al Capitolo del Duomo (Milano). Ma le monache scomodarono il duca Lodovico il Moro, il quale dispose che rimanesse sotto la giurisdizione del vescovo di Novara e introdusse l'osservanza delle regole di Sant'Agostino.

Successivamente “nell'anno 1562 furono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione nel monastero, comprendenti la costruzione di un refettorio”, si legge nel libro. Nel XVII secolo il Monastero visse un periodo di ampliamento: tra il 1617 e il 1618 fu ristrutturata la chiesa di San Bartolomeo, mentre fra il 1624 e il 1627 furono eseguiti “grandiosi lavori di ampliamento e di ristrutturazione del monastero”. In quel periodo fu costruito il porticato e alla fine degli interventi l'edificio era dotato di “un forno di cottura, oltre alle cucine e agli orti; ma la roggia che entrava nel monastero non serviva più ad alimentare gli operosi macchinari dell'epoca medievale (per la produzione tessile, ndr)”. Il decadimento dell'attività all'interno del complesso iniziò nella seconda metà del Settecento, con la riduzione delle vocazioni e fu la stessa badessa a chiederne la chiusura al Vescovo. Il monastero chiuse i battenti il 26 giugno 1782. Smise di essere di proprietà della Chiesa in epoca napoleonica, con “la confisca di tutti i beni, nell'anno 1805”.

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