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Sabato, 20 Aprile 2024
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Novara, accompagna la figlia al pronto soccorso ma non lo fanno entrare senza Green Pass. "Le regole sono regole"

L'uomo, alla fine, è entrato in pronto soccorso con le protezioni individuali fornite direttamente dall'ospedale Maggiore

"Le regole sono regole e valgono per tutti". Risponde così l'ospedale Maggiore di Novara ad una segnalazione di un novarese che racconta di aver avuto problemi ad accedere al pronto soccorso per accompagnare la figlia.

É successo nel pomeriggio di lunedì 8 novembre: l'uomo ha accompagnato la figlia 13enne al pronto soccorso del Maggiore per un trauma ad un braccio. All'arrivo all'accettazione l'operatore ha chiesto al padre il Green pass, che è obbligatorio dal 23 ottobre per tutti gli accompagnatori all'interno della struttura. Le regole regionali infatti prevedono che i pazienti siano curati e visitati indipendentemente dal fatto che siano vaccinati o abbiano fatto un tampone, ma gli accompagnatori devono per forza avere il Green pass per accedere alle strutture sanitarie. "Nel caso degli accompagnatori - si legge nella nota della Regione - possono entrare, ma con Green pass, coloro che sono insieme a pazienti disabili, minori di 18 anni, donne in stato di gravidanza, persone con disabilità fisica, psichica o cognitiva".

Il novarese però non ha il Green pass e lo dice all'addetta all'accettazione.  "A questo punto la signora all'accettazione mi dice che non posso entrare ed accompagnare mia figlia. Rispondo che aspetterò mia figlia all'esterno, ma mi viene detto che essendo lei minorenne deve essere per forza accompagnata. Quindi dico che solo io posso accompagnare mia figlia. Ma mi ribadiscono che io essendo sprovvisto di Green pass non posso accedere all'interno del pronto soccorso". La soluzione proposta dall'operatrice in accettazione è che il padre vada in una farmacia a fare un tampone. "Allora - dice il novarese - faccio notare che a quell'ora sarà molto difficile trovare una farmacia disponibile a fare il tampone, perché, per esperienza, so che il tampone, nelle pochissime farmacie dove lo fanno, va prenotato".

Ne nasce quindi una discussione, in cui intervengono altri operatori del pronto soccorso. "Hanno iniziato ad inveire contro di me - sostiene l'uomo - dicendomi che conoscevano bene le persone come me, che poi se le ritrovavano lì in ospedale infette e che pregavano di essere curate". Alla fine, comunque, il novarese viene fatto entrare con la figlia, ma con dispositivi di protezione anti covid, che l'ospedale stesso gli fornisce. "Ovviamente quei dispositivi non mi erano imposti per la mia protezione, ma per la protezione degli altri, in quanto ero secondo loro un potenziale untore. Vorrei però sapere se è lecito subire, in un ospedale pubblico, oltre alle aggressioni verbali anche la discriminazione e l'umiliazione di fronte a tutte le persone presenti e a mia figlia". Dall'ospedale Maggiore arriva quindi una risposta, laconica ma chiara: "Le regole sono regole e valgono per tutti. Il Green pass è obbligatorio per tutti gli accompagnatori". 

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