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La crisi idrica non è colpa solo della siccità: gli acquedotti novaresi perdono quasi metà dell’acqua

La siccità e il caldo estremo hanno messo in crisi gli acquedotti del novarese e del Vco, che però erano già in crisi: le perdite medie superano il 45%, con punte fino all’80%

La crisi idrica ha investito, come un fulmine a ciel sereno, anche il novarese e il Vco, due territori che non avrebbero mai pensato di avere problemi di siccità. Tradizionalmente infatti tutta la zona nord del Piemonte viene definita “terra d’acqua”: tra laghi, canali, torrenti e risaie, il problema della scarsità di risorse idriche sembrava lontano e improbabile. Invece i cambiamenti climatici e la sistematica assenza di piogge degli ultimi mesi ha messo in ginocchio anche il nostro territorio.

Oltre agli ingenti danni all’agricoltura e all'ecosistema, l’emergenza ha colpito anche i cittadini, soprattutto nel Vco e nel nord della provincia di Novara, dove sono iniziati i problemi di approvvigionamento di acqua per gli acquedotti pubblici. In 22 comuni è scattata l’emergenza rossa, con la conseguente chiusura dei rubinetti di notte e il divieto di usare l’acqua potabile per irrigare orti e giardini, mentre altri 44 comuni sono ad alto rischio. Ma, se il problema è l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua potabile, è necessario guardare il quadro più ampio, non dovuto solo al periodo di emergenza, ma alle condizioni della rete idrica.

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Gli acquedotti perdono quasi metà dell'acqua

Secondo i dati di un report realizzato da Acqua Novara.Vco, che gestisce la rete idrica del novarese e del Verbano Cusio Ossola, gli acquedotti fanno letteralmente acqua da tutte le parti: circa il 45% dell’acqua immessa nella rete infatti viene dispersa. La situazione più drammatica si registra nell’area nord, tra Vco e alto novarese, dove le perdite arrivano al 61%: non a caso è proprio l’area nord quella che ha maggiori problemi di distribuzione e dove sono iniziate le chiusure dei rubinetti a fasce orarie.

Il primato spetta a Pieve Vergonte, dove le perdite raggiungono il record dell’81%: quindi più di tre quarti dell’acqua prelevata dalla falda per essere immessa nell’acquedotto finisce dispersa a causa delle perdite. Non sono molto da meno Baveno (74%), Castellazzo Novarese (69%), Stresa (67%), Vogona (66%) e Vignone (61%). Meno drammatica, ma comunque gravissima, la situazione nei comuni più grandi: a Verbania le perdite sono del 50%, a Borgomanero del 49%, ad Arona del  48%, a Trecate del 30% e a Novara del 29%.   

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"Nessuno si è mai curato delle perdite perchè c'era abbondanza di acqua"

La situazione si trascina ovviamente da anni: le perdite non si sono create in poco tempo, ma sono figlie di una mancata manutenzione che prosegue da decenni. Ma come mai ce ne siamo accorti solo ora? “Bisogna guardare ai vari elementi che concorrono a creare la situazione di crisi in cui ci troviamo ora – spiega a NovaraToday Daniele Barbone, amministratore delegato di Acqua Novara.Vco – Le perdite, di per sé, non bastano a mettere in crisi il sistema, ma si uniscono all’impoverimento delle fonti superficiali, dovuto alla siccità, e alla crescente domanda, dovuta al caldo. Le perdite sono un elemento storico, che fino a poco tempo fa non creava problemi, dato che c’era abbondanza di acqua: oggi però sappiamo che, a causa dei cambiamenti climatici, la situazione si è modificata e la mancanza di investimenti ha creato questa situazione”.

Perché gli investimenti non sono stati fatti prima?

“Acqua Novara.Vco è nata pochi anni fa dall’unione di una dozzina di piccoli gestori, che non avevano la capacità di fare investimenti. Parliamo di gestori molto piccoli in alcuni casi, che non avevano le possibilità di proporre lavori alle amministrazioni comunali e, in ogni caso, avendo abbondanza di acqua il problema dell’approvvigionamento non si poneva. Ora sappiamo che non è così, ma fino a pochi anni fa nessuno avrebbe mai pensato di arrivare a questa situazione”.

Quindi come si risolve il problema delle perdite?

“L’unico modo per migliorare la situazione sono gli investimenti. Acqua Novara.Vco ha messo a punto un piano da 150 milioni di euro per la sistemazione della rete dell’acqua potabile, delle fognature e della depurazione: 34 milioni saranno destinati ai lavori per ridurre le perdite”.

Ma, con gli acquedotti ridotti a colabrodo, ha senso chiedere ai cittadini di consumare meno acqua, quando in realtà moltissima viene dispersa prima ancora di arrivare alle case?

“Certo che ha senso, perché noi lavoriamo con i soldi di quegli stessi cittadini, quindi è anche nel loro interesse ridurre i consumi. Noi stiamo lavorando per risolvere una situazione che si trascina da anni, ma ognuno deve fare la propria parte, anche le aziende. Delegare sempre la responsabilità a qualcun altro sarebbe come rifare lo stesso errore di chi non ha mai riparato le perdite, perché tanto c’era acqua in abbondanza”.

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