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Sabato, 20 Aprile 2024
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A Novara il primo trapianto renale con tecnica robotica del Nord Italia

L'operazione è stata eseguita all'ospedale Maggiore. Si tratta di un trapianto da donatore vivente: una madre di 67 anni ha donato uno dei suoi due reni alla figlia di 43 anni

E' stato eseguito a Novara, per la prima volta nel Nord Italia, il primo trapianto renale con tecnica robotica. L'operazione si è svolta venerdì 28 giugno all'ospedale Maggiore grazie all'utilizzo del robot chirurgico Da Vinci Xi.

Si tratta di un trapianto da donatore vivente: una madre di 67 anni ha donato uno dei suoi due reni alla figlia di 43 anni affetta da un quadro di grave insufficienza renale cronica che la avrebbe condotta in breve tempo alla dialisi.

L'azienda ospedaliero universitaria novarese è tra le prime strutture in Europa ad eseguire un trapianto renale con questo approccio. L’intervento è stato eseguito dall’equipe della Struttura complessa a direzione universitaria di Urologia diretta dal prof. Alessandro Volpe in collaborazione con la Struttura complessa a direzione ospedaliera di Chirurgia vascolare diretta dalla dott.ssa Carla Porta. Prima del trapianto il prof. Volpe, coadiuvato dalla dott.ssa Monica Zacchero, urologa della sua equipe, ha prelevato l’organo dalla madre con tecnica laparoscopica mini-invasiva, cioè utilizzando piccole incisioni dopo aver disteso la cavità addominale con anidride carbonica. Il rene è stato quindi preparato per l’intervento dalla dott.ssa Porta e dal dott. Renato Cassatella, chirurgo vascolare. Il trapianto è stato eseguito dal prof. Volpe in collaborazione con la dott.ssa Porta, assisiti dal dott. Paolo Umari utilizzando il più moderno sistema robotico (da Vinci Xi), che è stato installato al Maggiore di Novara (primo in Italia) nel settembre 2014 e con il quale l’equipe urologica ha eseguito finora oltre 400 interventi. L’anestesia è stata gestita dalla dott.ssa Simona Guani e dalla dott.ssa Claudia Montagnini, che lavorano con la dott.ssa Maria Cristina Mameli nell’equipe anestesiologica, diretta dal prof. Francesco Della Corte, dedicata della sala operatoria urologica.

"Un risultato importante per Novara - ha commentato il direttore generale del Maggiore Mario Minola - raggiunto grazie al consueto lavoro di squadra tra le diverse equipe professionali. Un successo di livello europeo, frutto della collaborazione internazionale tra Italia e Spagna".

In sala operatoria era infatti presente anche il dottor Alberto Breda, responsabile dell’equipe di trapiantologia renale presso la Fundaciò Puigvert di Barcellona, il primo chirurgo ad eseguire questa procedura in Europa nel 2016.

"L'intervento eseguito venerdì - ha commentato il prof. Volpe - è il primo successo di una serie di procedure che porteremo avanti nel tempo grazie al sistema robotico Da Vinci Xi. E' il successo di una squadra multiprofessionale: la chirurgia robotica, infatti, è meno invasiva e comporta numerosi vantaggi, in termini estetici (riduzione delle incisioni chirurgiche) ma soprattutto nella qualità della procedura (minor trauma chirurgico ed elevatissima precisione delle suture), che si può riflettere in un più rapido decorso postoperatorio, in un
ottimale miglioramento della funzione renale ed in una riduzione delle complicanze chirurgiche".

Il robot consente infatti di eseguire operazioni complesse mediante sottili strumenti chirurgici che vengono inseriti attraverso piccoli fori praticati a livello addominale. Il trapianto è stato eseguito attraverso 4 millimetriche incisioni, che hanno consentito di introdurre gli strumenti robotici, a cui si è aggiunta una incisione a livello dell’ombelico attraverso la quale è stato introdotto il rene. Sono stati dapprima congiunti i vasi del rene della mamma con i vasi della figlia in regione pelvica e quindi è stato congiunto l’uretere alla vescica per permettere il deflusso dell’urina per le vie naturali.

Il trapianto con approccio robotico rappresenta un’innovazione clinicamente molto significativa. E il Centro trapianti renali del Maggiore di Novara, diretto dal prof. Vincenzo Cantaluppi, è una delle unità più attive in questo ambito a livello nazionale. Dal 1997 ad oggi, prima sotto la direzione del prof. Giuseppe Verzetti poi con il prof. Piero Stratta, sono stati eseguiti circa 1300 trapianti, di cui 123 da donatore vivente con ottimi risultati in termini di sopravvivenza del rene trapiantato e di soddisfazione da parte dei pazienti. "Il trapianto da donatore vivente - ha sottolineato il prof. Cantaluppi - è la migliore terapia per i pazienti con insufficienza renale cronica". Negli ultimi anni la proporzione di trapianti da donatore vivente rispetto ai trapianti totali ha superato il 20%, raggiungendo gli standard dei paesi europei più virtuosi in questo settore.
 

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