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Giovedì, 30 Novembre 2023
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Fine vita, la Regione dichiara ammissibile la proposta di legge popolare sul suicidio assistito

L'associazione Luca Coscioni: "Ora attendiamo con urgenza l'avvio della discussione"

Il Consiglio regionale del Piemonte ha dichiarato ammissibile la proposta di legge sul suicidio assistito "Liberi Subito" presentata dall'associazione Luca Coscioni, che ha raccolto oltre 11mila firme.

Il testo, spiegano dall'associazione, "mira a definire tempistiche e procedure certe per le persone malate in possesso delle condizioni dettate dalla Consulta con la sentenza 242/2019, evitando loro anche un calvario giudiziario quando ostacolate da ostruzionismi delle aziende sanitarie locali".

"Ringrazio tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione - ha commentato Davide Di Mauro dell'associazione Luca Coscioni e coordinatore per la proposta di legge 'Liberi Subito' in Piemonte - ma anche tutte quelle persone che si sono spese per giungere ad un esito favorevole del voto e aver così adottato senza reticenze l'unica decisione possibile: la dichiarazione di ammissibilità della nostra proposta di legge. Attendiamo ora con urgenza l'avvio della discussione per dotare anche la Regione Piemonte di una legge rispettosa della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e che garantisca tempi e procedure certe per chi intende richiedere al Sistema sanitario regionale la verifica delle proprie condizioni di salute al fine di accedere all'aiuto medico alla morte volontaria".

L'accesso alla morte volontaria assistita in Italia

In assenza di una legge nazionale che regolamenti l'aiuto alla morte volontaria, ovvero l'accesso al suicidio assistito, in Italia, spiegano dall'associazione Luca Coscioni, "questa scelta di fine vita è regolamentato dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Antoniani, che ha legalizzato l'accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone da verificare con modalità indicate dalla Corte, in assenza delle quali si applica il precetto penale senza le modifiche introdotte dal giudicato costituzionale. La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell'articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all'aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti: che sia capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile, che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio sanitario nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente".

La proposta di legge regionale "Liberi Subito"

Nonostante la possibilità di ottenere questo tipo di aiuto, il Servizio sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate: "Così - precisano ancora dall'associazione - le persone che intendono interrompere la propria vita rimangono in attesa di Asl e Comitati etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi. Un tempo che molte persone che hanno bisogno di essere aiutate a morire non hanno. Per questo, nel rispetto delle competenze territoriali, abbiamo promosso a livello nazionale la campagna 'Liberi Subito' con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti".

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