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 Aree naturali protette: l’assessore regionale ha incontrati i presidenti dei parchi piemontesi   

Gli enti di gestione delle aree protette sono stati chiamati a far rete e coordinare politiche di comunicazione comuni

Aree naturali protette: l’assessore regionale e vice presidente Fabio Carosso ha incontrati i presidenti degli enti di gestione delle aree protette naturali piemontesi. 

Nuove strategie e politiche di gestione sono state condivise dal vicepresidente e dai presidenti, anche in virtù delle varie piccole e grandi criticità che si sono riscontrate nell’attività di governo. Gli enti di gestione delle aree protette sono stati chiamati a far rete e coordinare politiche di comunicazione comuni, anche attraverso lo sviluppo di un unico portale informativo, dove l’utente potrà trovare tutte le informazioni relative alle attività dei parchi piemontesi, e l’attivazione di nuovi progetti europei che interesseranno tutti gli enti.

“I parchi - ha dichiarato il vicepresidente Carosso - sono un immenso patrimonio naturalistico di cui tutti devono poter godere e in cui tutti devono operare in stretta sinergia. È in questa direzione che saranno profuse tutte le energie per ottenere la massima collaborazione e sortire il miglior risultato possibile per la salvaguardia di questo patrimonio inestimabile, per i suoi contenuti naturalistici, culturali e scientifici. Molto positivo che al tavolo si sia trovata un’ampia convergenza di vedute in merito alle strategie e ai progetti da condividere”.

Inoltre, il vicepresidente ha espresso la volontà di rafforzare le politiche di contenimento della fauna selvatica all’interno dei parchi, anche a seguito degli ingenti danni che si sono verificati negli ultimi anni all’interno degli stessi, e aggiornare i presidenti sulle iniziative della Regione Piemonte in merito alla gestione del lupo sul territorio piemontese.  “Fino a qualche anno fa - ha proseguito Carosso - l’obiettivo era quello di tutelare una specie in via di estinzione, mentre ora la priorità è quella di tutelare l’uomo e consentirgli di svolgere le proprie attività in sicurezza. La situazione è cambiata e non possiamo ignorare l’allarme che arriva da più parti: è necessaria una massima condivisione con tutte le regioni di un “Piano Lupo” nazionale, che porti a rapide misure per il contenimento, redatto con il coinvolgimento anche delle Province, delle associazioni di categoria e le varie associazioni di enti locali”.

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