Ahmadreza Djalali, rinviata di qualche giorno l'esecuzione del ricercatore
L'annuncio della moglie Vida
L'esecuzione di Ahmadreza Djalali, il ricercatore che ha lavorato a Novara, è stata rinviata di qualche giorno.
Lo ha annunciato la moglie Vida dopo aver parlato con l'avvocato del medico, detenuto da quattro anni in un carcere iraniano: l'esecuzione infatti era programmata per ieri, martedì 1 dicembre, ma sarebbe stata rimandata. La scorsa settimana il medico, esperto di medicina dei disastri e di maxi emergenza, che ha collaborato a lungo con l'Università del Piemonte Orientale di Novara, era stato traferito in isolamento nel carcere di Raja’i Shahr a Karaj, dove entro una settimana avrebbe dovuto essere giustiziato.
Il ricercatore iraniano-svedese era stato accusato di essere una spia del Mossad e arrestato quattro anni e mezzo fa mentre si trovava a Teheran per una serie di conferenze. Per la condanna a morte "il tribunale si è basato su “confessioni” estorte con la tortura quando Djalali, arrestato nell’aprile 2016, era in isolamento senza avere accesso a un avvocato" spiega Amnesty International.
Nell'ultima settimana sono state decine le mobilitazioni, gli appelli, le raccolte di firme e le manifestazioni in tutta Europa, e non solo, per salvare la vita al medico: ieri gli avvocati novaresi dell'Aiga hanno lanciato una diretta Facebook con arringhe simboliche per Ahmad.