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Giovedì, 25 Aprile 2024
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San Gaudenzio, folla in città per festeggiare il santo patrono

Tantissimi novaresi si sono riversati per le vie del centro

Tradizionale festa di San Gaudenzio questa mattina, martedì 22 gennaio, a Novara.

San Gaudenzio 2019 | Tutte le foto

Il corteo che scortava le "rose" del lampadario della basilica è partito da palazzo Carbino e ha percorso le vie del centro, accompagnato da migliaia di novaresi che hanno assistito alla cerimonia. Una volta in basilica il vescovo Franco Giulio Brambilla ha benedetto il lampadario, che come da tradizione è stato ricollocato al suo posto.

Il miracolo delle rose

Gli eventi per San Gaudenzio

Il discorso del vescovo

"Quest’anno abbiamo celebrato i 1600 anni della morte del primo Vescovo di Novara - ha detto il vescovo Brambilla durante l'omelia - In questa settimana giunge a compimento l’anno gaudenziano che ha visto venire in pellegrinaggio molte comunità della Diocesi nella Basilica di san Gaudenzio, per venerare le reliquie del santo Patrono e far memoria delle radici della nostra Chiesa.

San Gaudenzio è il simbolo della memoria della città di Novara e della Diocesi, che si distende tra i due fiumi, il Ticino e il Sesia, una “terra ponte” tra la Lombardia e il Piemonte. In un tempo di secolarizzazione spinta sembrano venir meno i segni identitari, soprattutto quelli religiosi, che sono ancor oggi la sorgente della memoria di un popolo. Allora, parlare del Patrono significa ricuperare la memoria di una città e di un popolo. Chi passa lungo l’autostrada riconosce Novara per l’arditissima cupola dell’Antonelli, che corona la Basilica di san Gaudenzio. Il Patrono è per tutti il “simbolo fondatore” della memoria di un popolo: la sua storia si è svolta nelle passioni e nelle lotte, nelle ferite e nelle vittorie, nel cuore di una città e di un territorio che fa perno sulla sua identità ad un tempo civile e religiosa.

Sulla facciata di questa Basilica di san Gaudenzio campeggia la scritta Civitatis Novariae. Il civis (il cittadino) non è se stesso solo per l’uguaglianza dei diritti, ma anche e soprattutto per la diversità delle sue radici, che sono differenti tra Milano, Torino, Vercelli e Novara. Per questo ogni frammento della memoria che gli storici ricostruiscono e preservano, non solo per san Gaudenzio, ma anche per l’ininterrotta catena della successione dei 125 vescovi e della communitas novariensis,  è una reliquia preziosa, come sono venerabili quelle nell’urna del Santo. Novara è san Gaudenzio e san Gaudenzio è Novara. Con tutte le vicende che la storia ha visto scorrere in questi 1600 anni, tanti quanti sono quelli dalla sua morte. Prima di lui Novara era forse solo un luogo di passaggio tra Vercelli e Milano. Per questo bisogna parlare dell’identità della nostra storia novarese. Chi dimentica le radici perde il futuro. La globalizzazione è finita e se non vogliamo vivere la nostra identità, cadendo in campanilismi che dividono, dobbiamo ricuperare un’identità ricca capace di parlare agli altri. Parlare di san Gaudenzio è dire della memoria della nostra città e nella nostra Diocesi".

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