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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A Novara un sit-in per fermare l'esecuzione di Ahmadreza Djalali

La mobilitazione dopo l'annuncio della data di esecuzione

Un sit-per bloccare e cancellare la sentenza di esecuzione di Ahmadreza Djalali.

Anche Novara si mobilita per il ricercatore iraniano-svedese che ha lavorato all'università del Piemonte Orientale. Dopo l'annuncio della data dell'esecuzione, fissata per il 21 maggio, la città si prepara a chiedere che la condanna non sia eseguita. "Il 24 novembre 2020 Ahmadreza Djalali ha chiamato per l’ultima volta sua moglie Vida per dirle "addio", visto che gli era stata comunicata di lì a poco l’esecuzione - spiega una nota del Comune di Novara -. Grazie ai sit-in e alla fiaccolata promossi da Amnesty International, Comune di Novara e Università del Piemonte Orientale, grazie anche alla mobilitazione che il nostro Paese ha attivato in quei giorni, l’esecuzione è stata rinviata quel giorno ed altre due volte. L’ultima sospensione è arrivata il 16 dicembre 2021 e in quel momento la speranza era che le trattative diplomatiche per la sua liberazione potessero portare a risultati positivi, ma di Ahmad da allora non si è saputo praticamente più nulla se non che aveva perso 24 kg e aveva urgente bisogno di cure mediche. Poi ancora silenzio, fino a ieri, quando è giunta la drammatica notizia che Ahmad sarà giustiziato il 21 maggio. Per questo martedì 10 maggio viene promosso il sit-in davanti al Municipio dalle ore 17.30 per tentare in ogni modo di bloccare e cancellare per sempre la sentenza di esecuzione".

Il ricercatore iraniano-svedese è accusato di essere una spia del Mossad ed è stato arrestato sei anni fa mentre si trovava a Teheran per una serie di conferenze. Per la condanna a morte "il tribunale si è basato su confessioni estorte con la tortura quando Djalali, arrestato nell’aprile 2016, era in isolamento senza avere accesso a un avvocato" spiega Amnesty International.

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