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Siccità e emergenza idrica: acqua a rischio in 10 comuni di novarese e Vco

Per ora il razionamento solo in alcuni comuni, ma si chiede di limitare il consumo dell'acqua in molte zone del novarese e del Vco. Intanto la regione ha chiesto lo stato di calamità naturale

É ancora emergenza idrica in Piemonte e in molti comuni del novarese e del Vco.

In Piemonte è stato infatti registrato un periodo senza piogge di 113 giorni, il secondo più lungo negli ultimi 65 anni: per questo nella giornata di giovedì 16 giugno il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità naturale per l’agricoltura e anche lo stato emergenza per quanto riguarda l'acqua potabile. Per oggi, venerdì 17 giugno, è atteso un incontro per fare il punto della situazione.

Razionamento e riduzione dei consumi dell'acqua

Per quanto riguarda il novarese e il Vco sono 10 i comuni in emergenza rossa: Fontaneto d'Agogna, Cureggio, Cressa, Suno, Baveno, Brovello Carpugnino, Cambiasca, Pieve Vergonte, San Bernardino Verbano e Vignone. Per ora il razionamento, cioè l'interruzione vera e propria della fornitura, è stato attivato solo in orario notturno (dalle 23.30 alle 6) a Vignone, San Bernardino Verbano e Pieve Vergonte, ma è stato chiesto ai sindaci di emettere un'ordinanza in cui si chiede alla popolazione di ridurre i consumi non domestici, come il riempimento di piscine e l'irrigazione di orti e giardini, e in alcuni casi di bollire l'acqua prima dell'utilizzo a causa dell'immissione nella rete idrica di acqua potabile tramite autobotti. Al momento l'area urbana di Novara e i comuni della bassa non sono interessati, ma si raccomanda comunque attenzione ai consumi e agli sprechi.

Emergenza idrica Novara Vco 16 giugno 2022-4

Lo stato di calamità

"Il Piemonte soffre, fin dalla fine del 2021, di una scarsità del tutto anomala di precipitazioni che per il periodo di fine primavera ed inizio estate non hanno permesso la costituzione delle naturali riserve di acqua, rappresentate in primo luogo dai nevai alpini e dalla ricarica delle falde idriche sotterranee - ha detto il presidente Cirio -. Stiamo monitorando costantemente questa situazione che nell’ultimo periodo si è ulteriormente aggravata a causa del forte aumento delle temperature medie. A pagarne le conseguenze è innanzitutto la nostra agricoltura per questo abbiamo già trasmesso a Roma la richiesta di stato di calamità a sostegno dei nostri agricoltori".

Sul rischio di razionamento e chiusura del servizio Cirio ha spiegato, ai microfoni di Sky Tg 24: "È tutto legato alle previsioni meteorologiche. Ma non possiamo aspettare la pioggia sperando, dobbiamo intervenire e quindi il razionamento può essere un'ipotesi, ma soprattutto il sostegno economico a chi oggi rischia davvero di non portare a casa il risultato del proprio lavoro. Al momento si stanno facendo misure in via precauzionale per non arrivare allo stato di emergenza reale e quindi essere costretti a razionamenti durante il giorno, però sono ipotesi da vagliare di giorno in giorno". Oggi la Regione chiederà anche alle grandi aziende, come Iren, di mettere a disposizione dell'agricoltura le riserve d'acqua per salvare il raccolto.

l tema del razionamento dell'acqua è stato affrontato mercoledì 15 giugno anche da Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte: "Il razionamento acqua dovrà essere preso in considerazione. Non compete a noi, ma lo diciamo: facciamo attenzione. Devono farlo le istituzioni, ma anche tutti i cittadini".

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