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Salute

Burnout, che cos'è e come combatterlo

Complice lo smart working, i casi di burnout sono aumentati nel corso dell'ultimo anno. Scopriamo qualcosa di più riguardo questo disturbo

Il burnout è uno stato di esaurimento nervoso, che agisce sul piano emotivo, fisico e mentale.

Purtroppo, da un anno a questa parte, i casi legati a questo disturbo sono aumentati. Un ruolo importante è stato giocato dal cambiamento della modalità di lavoro, lo smart working infatti, è per molti una condizione difficile da gestire, soprattutto dal punto di vista psicologico. 

I dati parlano chiaro: con l'avvento dello smart working, le persone affette da esaurimento nervoso sono aumentate del 20%; due lavoratori su tre (il 69%) soffrono di burnout. 

Sebbene il concetto di burnout sia stato impiegato per la prima volta negli anni '70 in riferimento alle professioni assistenziali, identificate come le più esposte a frequenti stati di sofferenza, oggi lo stress da lavoro correlato è un disturbo che riguarda tutti gli ambiti lavorativi in cui ci sono forti condizioni di tensioni e pressioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti inserito il burnout nella lista dell’International Classification of Diseases (Icd), definendolo come una sindrome conseguente allo stress cronico mal gestito e uno dei fattori che influenzano lo stato di salute o che portano al contatto con i servizi sanitari.

Il burnout da smartworking

Normalmente, il burnout è legato alla percezione di uno squilibrio tra le richieste o le esigenze professionali e le risorse disponibili; tuttavia, alla base del fenomeno del burnout da smartworking possiamo individuare due diversi fattori:

  • l’incapacità o l’impossibilità di disconnettersi dal lavoro;
  • l’incapacità o l’impossibilità di avere orari precisi di attività lavorativa, come in ufficio.

Secondo alcune ricerche recenti, infatti, la giornata lavorativa in smart working dura in media da 1 a 3 ore in più, si fanno più riunioni, anche se in modalità virtuale, e si tende ad essere reperibili anche al di fuori dall’orario di lavoro, rispondendo al telefono o inviando mail.

L’impossibilità di “staccare” dal lavoro e di preservare i propri spazi personali è quindi causa, nel lungo periodo, di un esaurimento delle risorse dell’individuo, che investe troppe energie e non si ricarica mai. 

Quali sono i sintomi del burnout

Il burnout si manifesta con sensazione di stanchezza, distacco emotivo, mancanza di motivazione e visione negativa e cinica nei confronti del proprio lavoro. Secondo Ruth Cooper Dickson, praticante della Psicologia Positiva, l’esaurimento nervoso si manifesta in tre modi:

  • livelli di energia bassi e sensazione di sfinimento
  • disimpegno nei confronti del proprio lavoro
  • autoefficacia professionale ridotta

Nello smart working inoltre, il rischio maggiore è che, a lungo andare, si faccia fatica a separare l’ambiente lavorativo dall’ambiente casalingo, arrivando ad una mancanza di equilibrio tra vita personale e lavoro. 

L'esercizio fisico come arma per combattere il burnout

Tra i metodi più efficaci per fronteggiare i casi di esaurimento nervoso da smart working possiamo indubbiamente trovare l’esercizio fisico. 

Lee Chambers, psicologo ambientale e consulente di benessere, spiega che l’ideale sarebbe allenarsi per brevi periodi più volte al giorno e che “trovare un tipo di allenamento che piace è fondamentale, poiché aiuta a rimanere costanti e stabili emotivamente e spinge a ritagliarsi del tempo per mantenersi attivi tutti i giorni. Che si tratti di camminare nel quartiere, di ballare in salotto, fare yoga in cucina o circuiti in camera da letto, praticare attività fisica giornalmente ha dei benefici enormi sulla salute psicologica. Usufruire di questa opportunità per stare meglio è particolarmente importante, specialmente in questo momento storico così arduo e complesso”.

Yoga

Praticare yoga, infatti, aiuta a ridurre lo stress attraverso la meditazione, i movimenti e le posizioni stazionarie e le tecniche di respirazione: focalizzarsi sul proprio respiro, infatti, aiuta a combattere lo stress nella vita di tutti i giorni e comporta benefici sia fisici che psicologici. 

Secondo Harvey Lawton, fondatore di The Movement Blueprint, inoltre, praticare yoga quotidianamente rinforza la risposta di rilassamento del nostro corpo e di conseguenza “ci lascia energizzati, carichi di energia positiva e felici”. Ma non solo, lo yoga aiuta a rafforzare spalle, schiena e addominali, ed è un’ottima pratica per chi lavora in smart working perché per correggere posizioni scorrette.

Camminare

Camminare è un esercizio semplice che aiuta a migliorare l’umore e diminuire i livelli di stress. Aiuta, infatti, a rilasciare la tensione intrappolata nel nostro corpo, specialmente nell'area del collo e delle gambe. Allo stesso tempo riduce la possibilità di contrarre malattie cardiovascolari, previene la pressione alta o livelli di colesterolo alti e aiuta a rafforzare i muscoli oltre a “portare beneficio all’ippocampo, la parte del cervello che agisce come freno alla risposta di stress” spiega Ruth Cooper-Dickson, Psicologo Positivo. 

Ballare

Il ballo stimola grazia ed agilità, aumentando la frequenza cardiaca attraverso l’utilizzo attivo delle gambe, oltre ad aiutare a rafforzare i muscoli principali del corpo, bruciando calorie e diminuendo il rischio di lesione. Inoltre, è un ottimo esercizio “per attivare l’acido gamma-aminobutirrico, un amminoacido il cui scopo è di calmare il cervello e di fare da ‘estintore’ per permettere alle cellule del cervello di reprimere le loro attività” commenta Ruth Cooper-Dickinson. “Inoltre, l’attivazione dell’acido gamma-amniobutirrico offre un sollievo veloce dallo stress”, utile a liberare la mente dopo una giornata di lavoro faticosa.

Boxing

Fare boxing richiede massima concentrazione, riduce i livelli di stress attraverso l’apprendimento di tecniche di respirazione, aiuta a rafforzare la fiducia in noi stessi e regala un aumento istantaneo di energia.  

Quando si colpisce e si lavora coi piedi, infatti, “si attivano alcune aree nel cervello connesse all’apprendimento e alla visione periferica” commenta Danny Greaves, Confidence Coach e fisioterapista, ed il cervello aumenta la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che creano quelle sensazioni positive che si hanno dopo un allenamento. Inoltre, tirare pugni aiuta a ridurre la tensione muscolare e migliora l’autostima, rendendoci più capaci di far fronte a momenti stressanti o situazioni impegnative.

Pilates

Il pilates consiste nell’esecuzione di una serie di movimenti controllati e di esercizi da tappetino che aiutano a sviluppare la forza, la flessibilità e la resistenza. Inoltre, aiuta a migliorare drasticamente la postura, la tonicità muscolare, l’equilibrio e la mobilità articolare, a migliorare l’umore,e allo stesso tempo, a fortificare la resilienza nei confronti delle cause di stress. Lee Chambers aggiunge che “praticare questa attività regolarmente aumenta il flusso sanguigno e le funzioni cognitive, permettendoci di lavorare con maggiore concentrazione e chiarezza e aumentando il nostro livello di produttività”.

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