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Salute

Chirurgia toracica mini-invasiva: l'ospedale Maggiore all'avanguardia in Italia

Dal 2015 sono stati effettuati più di 400 interventi con una nuova tecnologia mini-invasiva su pazienti affetti da turmore ai polmoni

La Struttura complessa di Chirurgia toracica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, da qualche mese diretta dal prof. Ottavio Rena, si conferma all’avanguardia in Italia per la chirurgia mini-invasiva sui pazienti affetti da tumore ai polmoni: la tecnologia si chiama Vars (Video Assisted Thoracic Surgery).

Secondo quanto spiegato in una nota stampa dell'ospedale Maggiore, l’intervento chirurgico tradizionale per la lobectomia associata alla linfoadenectomia ilo-mediastinica era la toracotomia, ovvero una incisione chirurgica di 15-20 centimetri sul torace a livello di uno spazio intercostale che richiedeva la sezione dei muscoli della parete toracica e la divaricazione delle costole. Invece la Vars prevede 2 piccole incisioni cutanee (una di 3-4 cm attraverso la quale si esegue fisicamente l’intervento e una di 1 cm che consente l’inserimento di una telecamera nel cavo pleurico per la visione), nessuna sezione muscolare e nessun utilizzo di divaricatore costale.

A partire dal 2015 la nuova tecnologia mini-invasiva è stata offerta ai pazienti dell’Aou di Novara affetti da neoplasia del polmone e sono stati effettuati più di 400 interventi con questa metodica, dato che pone la Scdu tra i primi 5 centri italiani di Chirurgia toracica mini-invasiva, con risultati eccellenti.

"La mini-invasività della metodica e i minori effetti collaterali - spiega il prof. Rena - hanno consentito di proporre la terapia chirurgica del tumore del polmone anche a soggetti anziani o resi particolarmente fragili da altre malattie croniche preesistenti come le patologie cardio-vascolari e la broncopneumopatia cronica. L’utilizzo della Vats lobectomy ha ridotto di 2 giorni la durata media del ricovero (da 6 a 4), ha
quasi dimezzato l’incidenza delle complicanze postoperatorie (dal 34% al 19%), ha ridotto in maniera drastica il numero di pazienti con dolore post-operatorio significativo (dal 25% al 4%) e la mortalità post-operatoria dal 2.5% allo 0.5%. Accanto ai risultati per il paziente si osserva una netta riduzione della degenza post-operatoria che sicuramente impatta in maniera positiva anche sul contesto assistenziale
familiare. Un particolare ringraziamento va al personale della Scdu Anestesia e Rianimazione diretta dal prof. Francesco Della Corte, al personale delle sale operatorie e del reparto di degenza, senza il cui costante supporto non si potrebbero perseguire risultati come quelli descritti".

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