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Cronaca

Delegazione italiana in Iran, si parlerà anche del ricercatore novarese imprigionato

Ahmadreza Djalali è rinchiuso nel carcere di Teheran con l'accusa di essere una spia straniera. Il riceratore ha lavorato quattro anni a Novara

Una delegazione italiana guidata dalla Ministra Valeria Fedeli è da oggi a Teheran per l'Iran-Italy Science Technology & Innovation Forum, un importante incontro dedicato allo scambio scientifico e tecnologico. Proprio in vista di tale appuntamento, la Commissione Diritti Umani del Senato ha trasmesso alla Ministra una informativa sulla vicenda di Ahmadreza Djalali, ricercatore e collaboratore dell’Università del Piemonte Orientale, detenuto nel carcere di Evin, con l'accusa di aver collaborato con un paese ostile e di aver agito contro la sicurezza nazionale. 

"La presenza della Ministra Fedeli - spiega la senatrice Elena Ferrara, membro della Commissione Diritti Umani del Senato - risponde pienamente alla richiesta espressa dalla Commissione affinché il Governo italiano possa farsi interprete delle istanze di giustizia e salvaguardia dei diritti, non solo presso le autorità di Teheran, ma coinvolgendo anche il mondo scientifico e la società civile iraniana. Dobbiamo evitare che questa ingiustizia possa costituire per il mondo intero un gravissimo attentato contro la libertà della ricerca e della diffusione della conoscenza. Proprio per questo motivo, sabato 22 aprile in Italia la “Marcia per la Scienza” - lanciata negli Stati Uniti, dove scienziati e ricercatori sono preoccupati dai tagli alla ricerca nel budget federale e dal nuovo corso impresso dalla Casa Bianca alle politiche ambientali - oltre che per l'affermazione del Diritto alla Scienza sarà dedicata alla richiesta di liberazione di Ahmad". 

"Siamo certi - prosegue Ferrara - che la Ministra saprà sollecitare il mondo accademico e scientifico al fine di individuare un percorso per arrivare al più presto ad una soluzione rapida e positiva della drammatica vicenda di Ahmad su cui non intendiamo far calare il silenzio. Proprio per questo motivo la Commissione Diritti Umani del Senato ha interpellato con una missiva il Presidente Grasso al fine di organizzare una delegazione della stessa Commissione che possa recarsi a Teheran per verificare l’evolversi della situazione e le condizioni per la liberazione". 

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