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Cronaca

Ricercatore imprigionato in Iran, prima udienza del processo

Intanto il Ministero degli Esteri si sta muovendo per Ahmadreza Djalali. Già raccolte oltre 200mila firma alla petizione che ne chiede la scarcerazione

Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano collaboratore dell'università del Piemonte orientale a Novara, detenuto dallo scorso aprile in una prigione di Teheran, ha affrontato nei giorni scorsi la prima udienza del processo.

LA STORIA DI AHMADREZA DJALALI 

"Al momento non si ha alcuna conferma della sua condanna a morte" fa sapere la senatrice Elena Ferrara, che insieme al senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani di Palazzo Madama, si sta muovendo per giungere ad una soluzione della vicenda.

"Abbiamo appreso che il Ministero degli Esteri italiano si sta muovendo attraverso i suoi canali presso le competenti autorità iraniane - hanno dichiarato Manconi e Ferrara - mentre l'Alto Rappresentane per la politica estera europea, Federica Mogherini, direttamente e attraverso l'ambasciata olandese a Teheran, è impegnata perché si possa rapidamente giungere ad una soluzione positiva per la vicenda". 

Mentre la petizione per chiedere la scarcerazione del ricercatore su Change.org ha già raggiunto le 200mila firme, anche Amnesty International si è mobilitato con una raccolta firma. 

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