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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pombia

Omicidio di Pombia, preso il mandante della brutale esecuzione

Giuseppe Cauchi è stato arrestato per l'omicidio di Matteo Mendola avvenuto il 4 aprile nelle campagne di Pombia

Dopo mesi di indagini serratissime è stato arrestato il mandante dell'omicidio di Matteo Mendola, il 33 trovato morto in un capannone nei boschi di Pombia lo scorso 4 aprile.

Ieri mattina i carabinieri hanno arrestato Giuseppe Cauchi, imprenditore edile 52enne, nato a Gela e residente a Busto Arsizio. Secondo le ricostruzioni dei militari e della procura e le dichiarazioni degli autori materiali dell'omicidio, Antonio Lembo e Angelo Mancino, Cauchi avrebbe premeditato l'omicidio e fornito a Lembo l'arma con cui avrebbe sparato a Mendola.

La scoperta del corpo

Il corpo del 33enne era stato trovato parzialmente occultato in un capannone nei boschi di Pombia, in frazione San Giorgio, il 5 aprile da un pensionato che passava di lì per caso. Fin da subito era stato chiaro che il delitto era stato una vera e propria esecuzione: Mendola era stato colpito per 12 volte con il calcio di una pistola alla testa oltre che con una batteria per auto. Poi era stato raggiunto anche da due colpi di pistola che probabilmente hanno causato la morte.

Il primo arresto

I carabinieri hanno subito concentrato le indagini nell'ambiente della vittima, nato a Gela ma residente a Busto Arsizio. Nel giro di una sola settimana sono così giunti all'arresto di Antonio Lembo, 29 anni, anche lui residente a Busto, mentre stava scappando in Centro Italia. Lembo ha confessato di aver attirato Mendola nella zona per compiere un furto, poi di avergli sparato e aver infierito mentre il 33enne era a terra.

Il secondo fermo

I primi di maggio, dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Lembo, i militari hanno arrestato anche Angelo Mancino, emigrato da Arezzo a Busto Arsizio in cerca di lavoro qualche mese prima. Mancino sarebbe stato presente al momento dell'omicidio ma avrebbe partecipato in maniera minore. 

Il mandante

I due arrestati avevano spiegato fin da subito agli inquirenti di aver avuto un mandante. Così i carabinieri hanno inziato a indagare su Cauchi, sui suoi rapporti con Lembo, Mancino e soprattutto con Mendola. L'imprenditore aveva conoscenze comuni con il 33enne, ma non è ancora del tutto definito il movente che lo ha spinto ad ordinarne l'omicidio. Quello che è certo è che la pistola, mai più ritrovata perchè gettata da Lembo in un canale, era stata consegnata agli esecutori materiali proprio da Cauchi, che avrebbe scelto la data dell'esecuzione perchè si trovava in Francia per lavoro e quindi aveva un alibi. Gli investigatori comunque non escludono che il piano prevedesse di tornare in un secondo momento e seppellire il corpo, ma che il ritrovamento casuale abbia mandato all'aria i piani. 

L'ultimo arresto

Giuseppe Cauchi è stato quindi prelevato ieri all'alba dai carabinieri nella sua abitazione di Busto Arsizio e attualmente si trova in carcere, in attesa di essere interrogato. "Non sappiamo cosa dirà, ma siamo tranquilli che la nostra ricostruzione sia abbastanza precisa - ha spiegato il procuratore Marilinda Mineccia - sul movente manteniamo ancora il massimo riserbo, quello che sappiamo è che c'entra la criminalità e il traffico di droga"

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