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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Novara, aggressione a colpi di mazza da baseball in pieno giorno per estorcere soldi e cellulare a un 35enne: arrestati

A finire in manette due uomini di 31 e 29 anni, originari del Pakistan. Sono accusati di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate

Lo hanno "pestato" e colpito addirittura con una mazza da baseball per farsi consegnare il cellulare e i soldi che aveva con sè in quel momento. E' successo a Novara lo scorso 14 settembre: la vittima è un 35enne di origine pakistana residente in città. Due degli aggressori, I.M. di 31 anni e  M.Z. di 29 anni, entrambi di origine pakistana come la vittima, sono stati arrestati nei giorni scorsi dalla polizia con l'accusa di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate.

L'aggressione in zona stazione

L'episodio risale allo scorso 14 settembre e si è verificato in tarda mattinata sotto i portici di piazza Garibaldi: la vittima si trovava a bere un caffè in un bar insieme a un conoscente quando è stata avvicinata da un connazionale che gli ha improvvisamente sottratto il cellulare che aveva appoggiato sul tavolino.

Il 35enne, sorpreso e infastidito dal gesto, ha provato a chiedere spiegazioni: il connazionale l’ha subito zittito intimandogli di consegnare immediatamente non solo il telefono cellulare sia il denaro contante che aveva al seguito e che in caso contrario, sarebbe stato picchiato violentemente.

Credendo che il soggetto fosse da solo, la vittima ha cercato di reagire al comportamento intimidatorio tentando di riprendersi il telefono cellulare, ma l'aggressore ha fatto una telefonata e dopo pochi istanti il 35enne è stato raggiunto alle spalle da altri uomini, uno dei quali armato di una mazza da baseball, che si sono scagliati su di lui iniziando a colpirlo brutalmente, incitati dalla frase "Colpitelo più forte... dovete ammazzarlo".

Le indagini e l'arresto

Sul posto sono poi intervenute le forze dell'ordine, e gli aggressori sono fuggiti a piedi, mentre la vittima è stata accompagnata al pronto soccorso.

Le successive indagini degli agenti della Squadra mobile della Questura di Novara hanno permesso di raccogliere consistenti elementi a carico di I.M. e M.Z., anche grazie all'analisi dei filmati dei sistemi di video sorveglianza dell'area.

"Grazie a tale attività - commentano dalla Questura di Novara - è stato dimostrato che I.M. non ha avuto alcun indugio a mettere in atto il suo comportamento nonostante fosse pieno giorno e in un luogo frequentato da molte persone e, vista la reazione posta in essere dalla vittima, non ha esitato a chiamare i complici che sono giunti in brevissimo tempo, segno questo che erano già pronti all’azione violenta. Nondimeno, l’utilizzo da parte di M.Z. di una mazza da baseball, e il fatto che questa fosse prontamente reperibile al momento del 'bisogno' mostra la pericolosità sia dei soggetti arrestati sia dell’azione da loro posta in essere ed emerge una più generica riluttanza delle norme sociali e giuridiche".

"La pericolosità dei due è peraltro confermata dal timore che questi soggetti incutono - hanno aggiunto dalla Questura -. Infatti la vittima, che ha collaborato alle indagini riconoscendo i suoi aggressori, si è dovuta trasferire temporaneamente all’estero temendo per la propria incolumità e quella dei propri cari. Il quadro accusatorio, vista la gravità delle condotte poste in essere in considerazione della pericolosità sociale mostrata e della facile previsione di una reiterazione del reato, è stato pienamente condiviso dal Gip del Tribunale di Novara che, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di I.M. e M.Z.".

Secondo la polizia, inoltre, i due uomini arrestati potrebbero essere stati coinvolti anche in altri episodi "e rappresentare anche delle figure di spicco all’interno della comunità pakistana, visto anche il timore che sono riusciti ad incutere alla loro vittima.Infatti, le condotte violente non erano solo finalizzate al compimento di brutali aggressioni, e quindi nell’integrazione del reato di percosse o lesioni, ma al ben più grave reato di estorsione. E’ pertanto emerso che la violenza dimostrata è stata utilizzata anche come monito nei confronti dei soggetti che non vogliono farsi soggiogare".

Per questo motivo, sono in corso ulteriori attività finalizzate ad individuare sia altri componenti del gruppo che eventuali altre responsabilità degli stessi in altri analoghi episodi avvenuti in città.

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