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Cronaca

Al via la stagione venatoria, il parere di cacciatori e animalisti

Secondo la Lida Novara, "La caccia è un'attività che non ha più senso". Dal canto suo, invece, Federcaccia sottolinea che "Senza di essa vi sarebbe il proliferare di animali nocivi"

La riapertura della stagione di caccia è "Antidemocratica", "Preserva la lobby dei cacciatori"  e "Tutela qualcosa che non è un diritto".

Ad esserne convinti sono i rappresentanti di alcune associazioni animaliste che, all’indomani della "doccia fredda" dell’avvio dell’attività venatoria, previsto per domenica 29, manifestano il loro disappunto per quanto accaduto. Appena due settimane fa infatti una sentenza del Tar, che accoglieva un ricorso presentato da Lega per l’abolizione della caccia (Lac) e Pro Natura, aveva sospeso il calendario venatorio 2013-2014 e tutti i documenti ad esso collegati, riguardanti la caccia di selezione agli ungulati, la caccia della fauna tipica alpina, i criteri di ammissione dei cacciatori ed i periodi di prelievo alle specie migratrici. Poi, la settimana scorsa, la Regione, al fine di potere aprire la stagione della caccia in tempo per la data prima fissata, ha adottato il Piano faunistico - venatorio ed ha deliberato un novello calendario. Già a partire da sabato 21 è stato possibile riprendere l’addestramento dei cani. 

"La caccia è un’attività che non ha più senso" è il commento di Maria Cristina Mera della Lega italiana dei diritti dell’animale. La presidentessa di Lida Novara sottolinea di provenire da una famiglia di cacciatori; eppure non trova più adeguata ai tempi attuali l’attività venatoria. "Oggi praticata spesso senza rispetto: in tanti non osservano il numero massimo dei capi che possono abbattere e la distanza dalle abitazioni - spiega -. Inoltre restano ben pochi animali selvatici in natura: prima dell’apertura della stagione venatoria vengono rilasciati nei campi i fagiani allevati, proprio per permettere lo svolgersi dell’attività di caccia".

Sarah Villa, presidente di Novaraveg, associazione dei vegani novareis, afferma: "Avevamo chiesto il referendum affinchè i cittadini si esprimessero sulla caccia ma non è stato fatto. Dunque ci siamo rivolti al Tar ed abbiamo vinto ma anche questo non è servito. Si tutelano gli interessi di pochi (i cacciatori) ma io domando: chi vuole sparare perché non va al poligono anziché uccidere essere viventi?".

Dal canto loro, i cacciatori si dicono contenti per l’apertura della caccia domenica 29 ma "Rimane lo sconcerto per il 'modus operandi' della Regione - rende noto Alessandro Bellan, presidente di Federcaccia Novara -. Il Piano faunistico venatorio doveva essere pronto già da un anno". L’incertezza sull’avvio o meno della possibilità di cacciare, reiterato già dall’anno scorso sta procurando problemi anche ai negozi specializzati in vendita di articoli del settore. Ne sa qualcosa Romano Sacchi, succeduto al papà Giacomo nella gestione di un negozio del settore a San Pietro Mosezzo: "Ho registrato il 15% in meno di clienti cacciatori - riporta -. Da 30 anni a questa parte, la figura del cacciatore non è più ben vista mentre nel resto d’Europa il ruolo del cacciatore è riconosciuto e rispettato".

Per Bellan la caccia ha una sua precisa funzione: "Non è assolutamente un divertimento: chi spara ad un fagiano oppure ad una lepre poi se lo mangia, in maniera analoga a chi acquista un pollo al supermercato. Spesso, in quest’ultimo caso, non si pensa alle condizioni di allevamento dell’animale oppure al fatto che è comunque stato ucciso". Per Bellan la caccia ha anche un altro scopo: "Senza di essa vi sarebbe il proliferare di animali nocivi, quali nutrie, portatrici di malattie, corvi e cornacchie. Ai cacciatori non interessa cacciare queste bestie ma lo fanno per offrire un servizio alla comunità". Sacchi conclude: "I danni che gli ungulati, i cinghiali, provocano all’agricoltura sono enormi".

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