Novara: approvato il piano per l'ex Carrefour di Veveri
Questa mattina il Consiglio comunale ha approvato il piano particolareggiato per Veveri
Era il 2009 quando la precedente amministrazione aveva approvato un piano per creare una nuova area commerciale a Veveri, a Nord del ponte dell’autostrada e della Tav, quando ancora il Carrefour era aperto.
Nel 2012 il supermercato ha chiuso i battenti, lasciando un’enorme area commerciale vuota e in una situazione di degrado che con gli anni è peggiorata.
Ora il piano particolareggiato per le aree commerciali è stato definitivamente modificato: chi prenderà possesso dell’area non costruirà nuovi esercizi commerciali nell’area Nord, dove attualmente ci sono terreni incolti, ma ristrutturerà e riqualificherà la struttura già esistente. I lavori sono già iniziati, a cura della ditta Amteco Spa, e prevedono una messa in sicurezza della zona e uno sfruttamento completo della grande struttura abbandonata dove, con ogni probabilità, si insedierà un negozio della catena di articoli sportivi Decathlon.
Dall’altro lato dell’autostrada verrà invece creato un parco attrezzato, con alberi e aree utilizzabili per eventi. Quindi non si cementificherà l’area, ma si creerà un polmone verde importante. Inoltre nell’area verranno create delle piste ciclabili, che permetteranno ai veveresi di raggiungere il centro città in bicicletta.
All’interno della struttura verrà inoltre realizzato un asilo nido, che sarà a disposizione dei figli dei dipendenti, ma anche di tutti gli abitanti di veveri.
"Si tratta di un progetto che porterà nella nostra città decine di milioni di euro di investimenti - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Marco Bozzola - senza contare che si creeranno molti posti di lavoro".
Il piano, sebbene approvato dal Consiglio comunale, ha raccolto qualche critica. "Sono nati molti centri commerciali - ha criticato il consigliere di opposizione Silvana Moscatelli - di conseguenza il centro storico è stato abbandonato. Oltre a creare nuovi centri commerciali forse sarebbe meglio pensare ad un modello di sviluppo che comprenda il centro, come accade in altre città".
