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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Aumenti alle rette degli asilo nido: il Comune fa chiarezza

Ferrari: "Abbiamo sbagliato a comunicare il provvedimento, è vero. Ma la nostra non è stata una scelta presa con leggerezza: era necessaria per garantire l'equilibrio di bilancio 2013"

Il Comune di Novara ritocca le rette degli asili nido, e tra le famiglie esplode il malcontento, soprattutto per le modalità con cui sono stati comunicati i nuovi adeguamenti tariffari, ossia a inizio anno, quando ormai le famiglie hanno già pre-iscritto i loro bimbi ai nidi (le iscrizioni si chiudono infatti il 18 ottobre).

Così, per fare chiarezza sulla questione, l'amministrazione Ballarè ha convocato per questa mattina, giovedì 17 ottobre, una conferenza stampa, in cui l'assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari e il direttore generale Paolo Sironi hanno cercato di spiegare quali sono state le motivazioni e le ragioni della scelta del Comune.

"Innanzitutto - ha esordito l'assessore Ferrari in conferenza stampa - voglio dire che comprendiamo il disagio e il disappunto espresso dalle famiglie novaresi, e che certamente abbiamo sbagliato a comunicare il provvedimento attraverso una lettera troppo burocratica, ma posso assicurare che questo adeguamento tariffari non è stato fatto con leggerezza; anzi abbiamo cercato di evitarlo fino all'ultimo".

A "costringere" l'amministrazione ad una scelta di questo genere sarebbe quindi stata la necessità di garantire l'equilibrio di bilancio 2013: "Necessità - ha spiegato Ferrari - che ci ha posto di fronte all'esigenza di compiere scelte precise: o un drastico contenimento della spesa corrente o un intervento che aumentasse le tariffe necessarie per la copertura dei costi dei servizi".

Con la nuova tariffazione, inoltre, il Comune ha introdotto un nuovo meccanismo per il calcolo delle rette, che sono costruite in base al reddito Isee di ogni famiglia. Una sorta di tariffa personalizzata, per una compartecipazione ai costi dei servizi commisurata alla reale capacità economica dei nuclei familiari. Lo stesso metodo sarà poi utilizzato anche per il calcolo delle tariffe di altri servizi alla persona. Addio, quindi, alle nove fasce reddituali in base alle quali si è calcolata la tariffa fino ad ora.

"Questo non è un problema solo del Comune di Novara - ha aggiunto l'assessore Ferrari - nel 2012 sono state 39 le città che hanno dovuto ritoccare le rette degli asili nido. La scelta dell’amministrazione è stata quella di non operare tagli sui servizi alla persona e quindi di mantenere, pur in condizioni molto difficili, il livello attuale dei servizi. Il totale della spesa stanziata per i servizi alla persona nel 2013 è di 20.350.860,00 euro; nel 2012 la spesa è stata di 19.625.302,00. Se escludiamo il personale, la spesa stanziata per i servizi nel 2013 è di 13.929.420; nel 2012 la spesa è stata di 13.138.265,00. Sono i dati che ci dicono che non solo non abbiamo tagliato sui servizi alla persona, ma abbiamo aumentato la spesa. Vorrei precisare che queste risorse non servono a mantenere spese effimere, ma i livelli essenziali di quei servizi destinati alle persone più fragili. Nell’ambito della spesa per i servizi sociali, sono due le voci che hanno un peso maggiore. In primo luogo la spesa per l’inserimento dei minori in comunità: quasi tre milioni di euro. Su questo punto siamo riusciti a operare un certo contenimento perché si è ridotto il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati trovati sul nostro territorio. In secondo luogo la spesa per gli asili nido. Per il 2013 lo stanziamento previsto è di 5.598.010,00 euro a cui si devono aggiungere 568.610,00 per i posti convenzionati con strutture private accreditate. Nel 2012 la spesa è stata di 5.425.720,00, a cui vanno aggiunti 413.856,00 per i posti in convenzione. Se poi aggiungiamo che l’amministrazione ha deciso di assumere quattro nuove educatrici di asili nido a tempo determinato per sostituire maternità e inidoneità e per poter garantire la massima capienza possibile nei nidi comunali, comprendiamo che affermare che l’intenzione vera dell’amministrazione è quella di privatizzare ed esternalizzare il servizio o ridurre l'offerta, è del tutto smentito dalla oggettività dei dati".

Ma veniamo ai numeri. Con l'adeguamento delle tariffe, aumenta la retta minima (quella dovuta al Comune dalle famiglie con un reddito Isee minore di 7500 euro o addiruttura assente) che passa da 90,30 euro a 115 al mese. Aumento dovuto ad un adeguamento Istat. La tariffa massima, invece, è stata fissata in 500 euro al mese, e sarà pagata dalle famiglie con un reddito Isee superiore a 25mila euro. Per tutti gli altri, ossia per i nuclei familiari con reddito Isee compreso tra 7500 e 25mila euro, la retta mensile dovuta al Comune per il servizio viene calcolata con il nuovo metodo in base al reddito Isee di ogni nucleo, e sarà quindi diversa per ogni famiglia. Il valore medio dell'aumento delle rette, per la maggior parte delle famiglie che rientrano nella fascia di reddito intermedia, è di 23 euro circa. Ma per chi si trova a dover pagare la tariffa minima, l'aumento è di quasi 25 euro, mentre per alcuni casi (vista l'eliminazione della tariffazione in base alle fasce reddituali) l'aumento arriva addirittura a 50 euro al mese.

"Non stiamo facendo cassa con l'aumento delle tariffe - ha commentato il direttore generale Sironi -. Si tratta di un intervento che copre soltanto in parte l'aumento dei costi di gestione che c'è stato in questi anni. Con questa operazione il Comune recupera una parte dei maggiori oneri che si sono accumulati durante gli anni".

Con l'attuale aumento delle rette, infatti, il Comune prevede di incassare tra i 50 e i 100mila euro in più rispetto allo scorso anno, che tradotti in percentuale si tratta di un aumento delle entrate tra l'1 e il 2%. A fronte di una spesa complessiva per il servizio di quasi 6 milioni di euro, infatti, il totale delle entrate dovuto alle rette pagate dalle famiglie novaresi non arriva al milione di euro. A questa cifra vanno poi aggiunti i contributi regionali e provinciali, per una cifra complessiva che copre appena il 30% delle spese di gestione del servizio.

"C’è un altro dato che bisogna considerare - ha sottolineato Ferrari - il costo di gestione dei nidi comunali è aumentato nel corso degli anni, a fronte di tariffe di compartecipazione che sono rimaste sostanzialmente ferme. Ad oggi ogni bambino, inserito nel nido comunale, costa 9.924,48 euro; la tariffa massima attuale copre circa la metà. Allora la questione di fondo, che occorre porsi, è questa: come è possibile garantire il livello di questo servizio e la sua sostenibilità economica, dentro un quadro di bilancio che, sul versante della spesa corrente (da non confondere con la spesa per investimenti), oggettivamente non lasciava molti margini di manovra? Certo: noi avremmo potuto diminuire sensibilmente la spesa su questo servizio, avremmo potuto non assumere nuove educatrici e chiudere una struttura di asilo nido. Cioè avremmo potuto incamminarci sulla strada del progressivo smantellamento del servizio pubblico alla prima infanzia. Ma noi abbiamo fatto una scelta radicalmente diversa. Per questa ragione abbiamo dovuto operare sulle entrate e quindi scegliere la strada di un adeguamento delle tariffe, che comporta (non lo neghiamo) un sensibile aumento. Lo abbiamo fatto, cercando di introdurre un meccanismo di calcolo progressivo che porta, per la maggioranza dell’utenza, una tariffa personalizzata costruita sull’Isee effettivo di ciascun nucleo familiare".

Adeguamento tariffario che certo non aiuterà il Comune a coprire interamente i costi di gestione del servizio, ma che si è reso necessario ai fini dell'equilibrio di bilancio.

"Da punto di vista complessivo - ha concluso l'assessore Ferrari - ci rendiamo conto che il sistema dei servizi alla prima infanzia, dopo quarant’anni di vita nella nostra città, ha bisogno di un lavoro competente ed efficace di rivisitazione. Non nel senso dello smantellamento del servizio pubblico, ma nella direzione di una sua maggiore appropriatezza in relazione alle mutate esigenze delle famiglie e ad un contesto sociale molto più frammentato rispetto solo a pochi anni fa. Abbiamo bisogno di superare l’eccessiva rigidità organizzativa del servizio e puntare verso una maggiore flessibilità e differenziazione. Questo è l’obiettivo che ci prefiggiamo per il 2014 e non escludiamo che questa operazione possa avere anche un beneficio dal punto di vista della sostenibilità economica".

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