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Cronaca

Cgil, Cil e Uil: lettera aperta alla rappresentanza dei sindaci dell'Asl No

Abbiamo seguito le vicende riguardanti il futuro dell'ospedale territoriale di Borgosesia e dell'ospedale cardine di Borgomanero. Siamo sinceramente stupiti delle modalità con cui ha preso piede questa discussione, ma ancor di più dei successivi sviluppi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Nelle scorse settimane abbiamo seguito dalle pagine dei giornali le vicende riguardanti il futuro dell’ospedale territoriale di Borgosesia e dell‘ospedale cardine di Borgomanero.

Siamo sinceramente stupiti delle modalità con cui , fin dall’inizio, ha preso piede questa discussione, ma ancor di più dei successivi sviluppi.

Il deputato Gian Luca Buonanno, assessore al Comune di Borgosesia, preoccupato delle tante vessazioni che la Sanità valsesiana ha patito a suo dire, ad opera della gestione sanitaria vercellese, si é fatto promotore, con il benestare del Presidente della Giunta regionale e l'assessore regionale alla Sanità, di una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, che porti il presidio territoriale di Borgosesia e il presidio cardine di Borgomanero all’unificazione in un unico polo sanitario.

Una mozione approvata nel mese di novembre dal Consiglio comunale di Borgomanero ha impegnato sindaco e Giunta ad intervenire presso gli enti locali e regionali preposti affinchè la programmazione sanitaria piemontese preveda una stretta e reciproca integrazione tra l’ospedale territoriale di Borgosesia e l’ospedale cardine di Borgomanero.

Successivamente abbiamo appreso che la Regione ha dato il via libera alla petizione. Proviamo a fare alcune considerazioni e a formulare qualche proposta.

Per prima cosa facciamo osservare che, se il direttore generale dell’azienda sanitaria di Vercelli non ha operato in modo equo, assicurando livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini che fanno riferimento alla propria azienda sanitaria, privilegiandone alcuni a discapito di altri, su una questione di questo tenore deve esprimersi la Conferenza dei sindaci dell’Azienda, che ha il dovere di sconfessare l’operato del direttore generale e chiedere alla Giunta regionale di sostituirlo.

In secondo luogo, per quanto attiene all’unificazione del presidio territoriale di Borgosesia con il presidio cardine di Borgomanero, attualmente appartenenti a due diverse aziende sanitarie regionali, ci chiediamo nuovamente perché la proposta di unificazione non sia stata discussa dalle Conferenze dei sindaci delle rispettive aziende sanitarie e solo
successivamente portata all’attenzione della Regione
.

Ad ogni buon conto ci stupiamo non poco che il sindaco di Borgomanero, dirigente del sistema sanitario e dunque addetta ai lavori, voglia trascinare i propri cittadini sulla  strada delle raccolta delle firme su un tema tanto delicato, invece di seguire il percorso istituzionale che, tra l’altro, dalla mozione approvata a novembre dal Consiglio comunale sembrava trasparire.

A nostro avviso sulla scelta dell’unificazione che inciderà sul futuro assetto della rete ospedaliera del territorio provinciale di Novara e di Vercelli, di conseguenza sulla qualità dei servizi resi ai cittadini, devono esprimersi in primo luogo le Conferenze dei sindaci delle due province.

Condividiamo quindi le posizioni già assunte in merito da Cgil Cisl Uil di Vercelli.

Ci preme ora richiamare all’attenzione della Conferenza dei sindaci della provincia di Novara alcune questioni:

- L’Azienda sanitaria di Novara ha patito negli anni passati e patisce ancora oggi a causa della scarsità di risorse finanziarie di cui  dispone. A questo proposito la direzione generale dell’Azienda, ad ogni confronto, sottolinea quanto l’attuale contesto renda difficile la gestione quotidiana dell’Azienda e come in realtà sia problematico assicurare i livelli essenziali.

- E’ da poco partita la riconversione del presidio ospedaliero di Arona con ricadute di non poco conto sull’attività del presidio di Borgomanero.

- L’avvio della sperimentazione del Centro di assistenza primaria, (il primo in Piemonte) richiederà particolare attenzione e risorse fresche. Cosi come richiederà di disporre di ulteriori risorse, l’eliminazione della lista d’attesa degli anziani non autosufficienti per un posto in convenzione nelle strutture residenziali assistite.

Riteniamo che a partire dal mese di gennaio, territorialmente ci si dovrà confrontare con l’onestà e la chiarezza di sempre, ciascuno nell’esercizio del proprio ruolo, sul prossimo Atto Aziendale dell’Asl No, per tracciare il futuro sviluppo dell’Azienda sanitaria, in un quadro certo di risorse a disposizione. Contestualmente, ma con più chiarezza, si potrà così pensare alle possibili utili sinergie fra tutti i presidi ospedalieri afferenti la Federazione 4 .

La legge di iniziativa popolare, come proposta dalle pagine dei giornali in questi giorni, conduce invece a porre mano in modo non certo residuale alla Legge regionale di piano in vigore, poichè ripropone, non si sa con quanta consapevolezza da parte di tutti i proponenti, la questione della separazione della funzione di tutela e da quella di produzione, vale a dire la questione dello scorporo dell’attività ospedaliera da quella territoriale.

In tal caso lo riaffermiamo: ci opponiamo a questa scelta in quanto siamo contrari all’adozione in Piemonte di modelli sanitari simili a quello lombardo.

Ci risulta difficile comprendere le motivazioni per cui la Giunta regionale, alle prese con un debito colossale, a causa del quale corre il rischio di essere commissariata da un momento all’altro, voglia ora rimettere in discussione la propria Legge di Piano e  consegnare la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a petizioni che ogni territorio è, ovviamente, da questo momento legittimato a promuovere .

Ci aspettavamo invece che il presidente avesse la voglia e il coraggio di scindere le sorti della Città della Salute di Novara da quelle della città della Salute di Torino. Ci aspettavamo che facesse di tutto per partire subito con la costruzione del nuovo ospedale di Novara, creando così un’ occasione di sviluppo e occupazione per l’intera provincia e potenziando le prestazioni di eccellenza sanitaria a beneficio dei cittadini dell’intera Federazione 4.

La direzione dell’Azienda Ospedale Maggiore della Carità nell’ultimo incontro con il sindacato ha ribadito che, a livello locale, tutto è pronto per passare dal progetto preliminare a quello definitivo. Non abbiamo notizie di rilievi mossi dal Ministero al progetto novarese, né che ci siano pregiudiziali a che i due progetti procedano indipendentemente. Ci aspettiamo quindi dal presidente della Regione un gesto politico importante che ottenga di modificare l’atto che tiene insieme il progetto Città della Salute di Novara e di Torino . Procedere in tal senso ci sembra, tra l’altro, un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini che pagano le tasse, stante che la prima fase di progettazione di Novara è già costata alla comunità circa 6 milioni di euro.

A meno che, sotto sotto, rimettere in discussione la propria Legge di piano e non far decollare il progetto città della Salute di Novara non abbiano lo scopo di logorare ulteriormente il servizio sanitario pubblico e dare in questo modo spazio ad avventure private quali il progetto di una non meglio identificata società italo -inglese che sembra profilarsi a San Pietro Mosezzo e che, per ora, si connota come "nuovo villaggio della scienza medico assistenziale rigenerativo".

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