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Cronaca Cameri

Claudia Il Viaggio: ecco a voi l'ospedale di Soddo, in Etiopia

Sono partiti a bordo della loro moto, La Poderosa, lo scorso 6 aprile per portare aiuti alla popolazione aficana e controllare lo stato dei lavori che l'associazione di Cameri, Claudia per l'Etiopia, sta costruendo

Una moto, due ragazzi e tanta solidierietà. Questi gli ingredienti dell'avventura di due amici, Alessio Sannino e Marco Russo, che in sella alla loro due ruote hanno fatto un viaggio lungo migliaia di chilometri per portare aiuti alla popolazione etiope. Ma c'è di più i due ragazzi, volontari dell'associazione Claudia per L'Etiopia che ha sede nel comune novarese di Cameri, a Soddo hanno visitato i locali del nuovo ospedale che, proprio grazie all'associazione novarese sta vedendo la luce in questi giorni. A NovaraToday hanno raccontato la loro avventura e la realtà che hanno trovato in Etiopia

Un bilancio del vostro viaggio? Quanti giorni è durato?
Siamo partiti lo scorso 6 aprile. E' stato un viaggio di 9mila km. Abbiamo attraversato cinque paesi e due continenti. In trentanove giorni siamo arrivati a destinazione: Soddo in Etiopia. Abbiamo visto persone, luoghi, paesaggi, provato sensazioni ed emozioni diverse l'une dalle altre. Abbiamo vissuto minuto per minuto godendo di tutto ciò che incontravamo e di quello che ci accadeva. La moto, la Poderosa, si è comportata benissimo, è stata una vera regina della strada, senza mai fermarsi e senza farci preoccupare, anche dopo qualche caduta!
Abbiamo conosciuto persone che hanno intrapreso per qualche giorno il nostro stesso percorso ed è stata una bellissima esperienza, perchè ci siamo aiutati a vicenda, condividendo la stessa strada e le stesse emozioni. Lungo il viaggio abbiamo prestato volontariato per circa 20 giorni  presso il Centro accoglienza Giovanni Paolo II ad Areka, ed è stata una bellissima esperienza di vita: abbiamo lavorato e ci siamo divertiti con tutti i bambini. Poi siamo tornati in aereo il 6 giugno. In totale abbiamo fatto 62 giorni di Viaggio.

Avete incontrato difficoltà, burocratiche o pratiche? Se sì quali?
Abbiamo incontrato molti problemi burocratici in Egitto
, sia all' arrivo che per il traghetto dalla Turchia e sia per approdare in Sudan. Abbiamo perso due giorni a Port Said, aspettando che chi di dovere sbrigasse le pratiche burocratiche per targare la moto, e poi ad Aswan per prendere il traghetto per il Sudan, dove abbiamo perso una settimana per fare sia i nostri visti e sia i documenti per la moto, ma non contenti, quando siamo approdati in Sudan, le moto non c' erano, perchè dovevano prima riempire tutto il traghetto e poi trasportare i mezzi. Siamo stati fermi altri quattro giorni. Poi finalmente, appena abbiamo riavuto documenti e moto, siamo scappati. Per entrare in Etiopia nessun problema, anzi, dopo sole due ore eravamo già entrati con tutti i permessi.
Solo l' Egitto è stato vera tragedia: ci hanno chiesto soldi su soldi per le pratiche della moto. Ci siamo promessi che non daremo più un soldo a questo popolo! Pensiamo di non andare più in Egitto.

Claudia Il Viaggio: Ecco l'Ospedale di Soddo


Il ricordo più bello che vi portate nel cuore al ritorno da questa avventura?
Il problema è trovarne uno di momento più bello:  facendo un viaggio di questo genere, le emozioni cambiano in mezz'ora in mezz'ora, e da una parte è stupendo, dall'altra, non essendo abituati, siamo rimasti destabilizzati. Tanti sono stati i momenti più belli. Quello che ci ha fatto respirare  è stato l'arrivo a Soddo, dove abbiamo visto l'Ospedale. E' stata un'attesa di quaranta giorni, ma quando siamo arrivati ci siamo guardati negli occhi e ci siamo abbracciati. Ci siamo riusciti, alla faccia di chi non ci credeva! E' stata un' emozione bellissima. Poi sono state tante cose belle, dalle persone alle cose viste, ai paesaggi...

L'ospedale: raccontateci i progressi dei lavori. Quando partirà l'attività vera e propria? Da chi sarà gestito?
L'ospedale è quasi finito completamente, manca solo una porzione
: l'area che verrà adibita a sala Tac e Radiografia che è  conclusa all' 80%, ma entro un mese sarà finita. I container, con gli aiuti,  partiranno ad inizio luglio, ed arriveranno verso settembre a Soddo, facendo prima un tragitto in nave e poi via terra. L'ospedale sarà operativo appena arrivano i container. Pensiamo di inziare la vera attività da gennaio. Sarà gestito dal governo Etiope, ma con la sorveglianza dell'Associazione Centro Aiuti per l'Etiopia, la quale opera da 30 anni sul territorio. Loro gestiranno anche la parte monetaria, facendo abbassare tutti i costi dell'ospedale, dato che lì è tutto a pagamento. Cioè, se non hai i soldi muori per strada.

Come è strutturato l'Ospedale?
L' Ospedale è diviso in:
Piano terra: Reception, archivio, studio dentistico, ambulatori, bagni per gli uomini e per le donne, stanze per la degenza. Sale Tac, sala Radiografia e magazzino farmacia.
Piano primo: Sala operatoria per l prolasso, degenza per il prolasso, sala parto, degenza parto, bagni per gli uomini e per le donne, studio medico.
Piano secondo: magazzino
I posti letti sono 75, sono stati comprati letti, comodini e armadi: un buon risultato se si pensa che nel vecchio ospedale non hanno neanche degli armadietti, mettono le borse sotto il proprio letto.

Che situazione avete trovato a Soddo, quali sono allo stato attuale le difficoltà maggiori del paese?
Soddo è la città principale della regione del Wolayta, le persone si dividono in benestanti e poverissime, ma rispetto alle zone periferiche stanno molto meglio. Ci sono scuole, ristoranti, negozi ecc... se si passa senza fermarsi, sembra che tutti stiano bene.. invece non è così. Le persone sono molto povere, c'è un mercato nel quale si ritrovano per vendere le proprie cose: da un pugno di caffè, ai bastoncini per pulirsi i denti.
Raccontare ciò che abbiamo visto, non si può... Bisogna viverlo con i propri occhi, perchè ti resta dentro e non riesci a descriverlo. La difficoltà dell' Etiopia è quella governativa. Il governo è a capo da ben 21 anni, e non riescono a cambiarlo. Il paese è spaccato in due, c'è il ricco ricco e c'è il povero che vive per strada o in capanne di paglia e fango, la via di mezzo non esiste. La cosa brutta è vedere che in periferia, i bambini vanno a prendere l'acqua nelle pozzanghere. Nella regione del Wolayta non esiste acqua potabile, la possibilità di prendere dell'acqua esiste solo tramite i pozzi che realizzano le Associazioni, e grazie a tutte loro che la gente riesce ad avere un piccolo aiuto. E' completamente un altro mondo, rispetto al nostro. Noi ci lamentiamo per ogni cosa futile, in Etiopia sono poveri ma sorridono alla vita. Loro vivono giorno per giorno, come se il domani non esistesse, e non si capisce se è una cosa positiva o negativa. C' è bisogno di aiuto, perchè i bambini sono innocenti e devono avere un futuro migliore di quello che la società vuole dargli, cioè il nulla. Possiamo salvarne qualcuno con piccoli gesti che vanno dalle adozioni a distanza, dove con 15 euro si garantisce la scuola al bimbo ed anche il cibo, a donare qualsiasi cosa ai bambini di strada. Basta poco a volte per dare la speranza, perchè loro sono meno fortunati di noi.

Come vi ha accolto la popolazione locale?
La popolazione ci vede come stranieri (li chiamano Farange), e ci chiama e ci tratta come tali. Per loro non siamo persone, siamo soldi soldi soldi. Siamo bianchi e chi ha la pelle bianca ha i soldi, quindi ti fermano tutti per chiederti di dargli qualcosa. Purtroppo loro non hanno nulla, ma veramente nulla, e quindi ci provano a chiedere l'elemosina a noi che abbiamo tutto. Il valore della moneta è molto basso, ma l'inflazione è molto più alta della nostra. Un dipendente guadagna 30 euro al mese e la benzina costa 1 euro al litro! Le macchine non esistono, ci sono solo furgoni delle Associazioni, pulmini ed autobus. La gente va in giro a piedi per i paesi, anche fuori in periferia. Sono tutti in strada assieme ad asini, mucche, capre ed altri animali. La bellezza dell'Etiopia è che non è inquinata. Respiri aria pura. Però la povertà è padrona.

Come continuerà adesso il progetto?
Il Progetto continuerà: è un progetto del valore di quasi 800mila euro. Per il momento siamo arrivati a raccogliere 100mila euro solamente organizzando eventi, e puntiamo, dopo questo viaggio, a coinvolgere più persone nel nostro programma di emergenza sanitaria che ci aiutino a sostenere l'ospedale e l'intero programma di aiuto.

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