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Cronaca

Servizi sociali: presentato il progetto innovativo del Comune di Novara

Si chiama Sicis l'iniziativa dell'amministrazione Ballarè che si è classificato al primo posto tra 597 presentati al Ministero del Welfare e che intende rispondere all'emergenza povertà

Il Comune di Novara rivoluziona le politiche sociali.

E lo fa in grande, aggiudicandosi il primo posto nella graduatoria ufficiale del bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per progetti di sperimentazione sociale con il coinvolgimento del terzo settore.

L'amministrazione Ballarè è risultata prima classificata su un totale di 597 progetti inviati al Ministero dai comuni di tutta Italia, superando città come Firenze e Napoli, ma anche Bologna, Genova, Bergamo, Brescia e molte altre.

Il progetto - che vede come partner scientifico l’Università degli Studi di Trento e come partner operativi il Centro Servizi per il Volontariato, la Fondazione Comunità del Novarese, la Caritas Diocesana, la Provincia di Novara e il Coordinamento del volontariato socio sanitario novarese - vuole rispondere all’emergenza dell’impoverimento attraverso la sperimentazione di un modello di intervento basato su alcuni chiari principi.

Questi i punti chiave del programma presentato questa mattina, giovedì 12 aprile, dall'assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari: un approccio alla problematica che ponga al centro del modello l’obiettivo dell’inclusività e non dell’assistenza, favorendo comportamenti proattivi da parte dei beneficiari degli interventi; l’utilizzo, nell’approccio agli utenti, dello strumento dei piani di intervento personalizzati (PIP) rivolti alle singole famiglie, definiti e sottoscritti da operatori ed utenti, con obiettivi e azioni condivise; un ampio coinvolgimento degli attori del terzo settore, con un efficace scambio di informazioni e condivisione dei progetti, che identifichi ruoli e responsabilità; una ottimizzazione delle risorse economiche, professionali e strutturali che riduca gli sprechi e le disfunzionalità; una misurazione scientifica dei risultati conseguiti.

Lo spirito del progetto è quello di favorire un miglioramento dell’efficienza del sistema trasformando le spese che Comune ed enti del volontariato sostengono ogni anno per i contributi economici, da un costo ad un investimento, teso non solo a coprire l’emergenza economica immediata, ma soprattutto a dare opportunità di ripresa ai soggetti in difficoltà, offrendo loro un percorso per il recupero della loro dignità anche attraverso la  riqualificazione professionale ed il lavoro.

In quest'ottica, saranno 30 le famiglie seguite dai servizi sociali oggetto della sperimentazione. La logica è quella di sviluppare interventi per cui al posto di erogazioni economiche dirette, si mettano a disposizione voucher lavorativi e professionali che permettano di trasformare il contributo economico in ore di lavoro per la collettività o di investimento in capitale umano per migliorare le opportunità di inserimento lavorativo.

Dal punto di vista operativo, in queste settimane sono stati avviati i primi incontri di presentazione e di confronto del progetto con i soggetti del territorio cittadino, a partire dal personale del servizio, dai consiglieri comunali e dai sindacati. Nei prossimi giorni sarà, invece, presentato a referenti dei centri di ascolto cittadino e alle associazioni di volontariato.

Non solo, il programma del Comune vuole essere un catalizzatore di altre iniziative che permettano nei prossimi 18 mesi di definire un modello di intervento articolato e completo in grado di affrontare efficacemente il problema della vulnerabilità e dell’impoverimento sul territorio novarese. Dal mese di settembre sarà disponibile anche un sito web dedicato, dove sarà possibile trovare tutte le informazioni e le opportunità legate alle diverse iniziative messe in campo.

Fondamentale, per la riuscita del progetto, appare la collaborazione dei partner, a cui sono affidati importanti compiti. In particolare, l’Università degli Studi di Trento si occuperà della misurazione scientifica dei risultati in base alla quale sarà possibile verificare l’impatto che avranno avuto le azioni sugli utenti e sul territorio e trasformare in procedure standard le azioni più efficaci. La Fondazione Comunità del Novarese gestirà il nuovo fondo Fecis, l’architrave economica della sperimentazione. La Provincia di Novara, invece, metterà a disposizione del progetto le informazioni e gli strumenti per la verifica della situazione lavorativa delle persone prese in carico, mentre la Caritas Diocesana potrà stabilire un legame più stretto con i servizi sociali. Le associazioni di volontariato, infine, potranno entrare nel progetto supportando la realizzazione delle diverse azioni previste.

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