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Cronaca

Coronavirus, estesa a tutto il Piemonte la zona protetta

Con il nuovo decreto, le misure di contenimento più restrittive, che prevedono di evitare spostamenti se non per motivi di lavoro o necessità, vengono estese a tutta la regione e a tutta l'Italia

Da oggi, martedì 10 marzo, in Piemonte non ci sono più distinzioni: il nuovo decreto del Governo estende infatti al resto della regione ed a tutta Italia le restrizioni in vigore da domenica 8 marzo e fino al 3 aprile in Lombardia e altre 14 province (tra cui Asti, Alessandria, Vercelli, Novara e Vco).

Coronavirus: tutta Italia diventa "zona protetta", spostamenti vietati se non per necessità

Tutto il Piemonte diventa quindi una "zona protetta" (la vecchia "zona rossa" che ora cambia nome in protetta o arancione), come il resto del Paese, a cui vengono estese le misure di contenimento già valide nel novarese e nel Vco dall'8 marzo: evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita se non motivato da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza; giustificazione degli spostamenti alle forze dell'ordine presenti ai varchi o di pattuglia sul territorio; raccomandazione a chi accusa sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, e contattare il proprio medico curante; divieto per chi si trova in quarantena di lasciare la propria abitazione; divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico; sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati; sospensione dei servizi per l’infanzia e dell’attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado, con indicazione ai presidi di approntare, se possibile, la didattica a distanza.

"Questo contagio - ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio - lo vinciamo soltanto se la gente rimane a casa. E la gente rimane a casa solo se le regole sono uguali per tutti, perché se non lo sono, purtroppo, mi spiace dirlo, il senso di responsabilità di tante persone fa sì che queste si spostano a seconda dei divieti, a seconda delle strutture che aprono e che chiudono".

Coronavirus, cosa si può fare a Novara e nel Vco: il decreto punto per punto

Le misure di contenimento del virus prevedono inoltre: sospensione di tutte le manifestazioni organizzate in luogo pubblico o privato, comprese le attività culturali, i cinema, teatri, le discoteche e sale da ballo; sospensione delle cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri, delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere e ricreativi; limitazione delle visite ai parenti ricoverati in ospedale o in casa di riposo; limitazione dell’attività di ristorazione e bar dalle 6 alle 18 a patto che il gestore faccia rispettare la distanza di un metro tra gli avventori; chiusura nelle giornate festive e prefestive delle medie e grandi strutture di vendita e dei negozi all’interno dei centri commerciali; apertura di farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro; apertura dei luoghi di culto se viene rispettato il metro di distanza tra i fedeli; ricorso per i dipendenti pubblici e privati al congedo ordinario o alle ferie, oppure autorizzazione al "lavoro agile" per via telematica.

"Evitare ogni spostamento ingiustificato - ha aggiunto Cirio - significa che esco di casa soltanto per andare a lavorare o per qualsiasi situazione di emergenza o necessità. Il che significa che l'economia non si ferma, il lavoro non si ferma. E' giusto se uno si muove per andare a lavorare, in azienda, in fabbrica, ad aprire il negozio, perché fa l'artigiano e deve andare col suo furgone o fa il camionista e deve consegnare le merci. Su questo non c'è nessuna limitazione. Si ferma il resto. Se pensavo di uscire di casa per svago, finché l'emergenza non sarà rientrata non si fa più e queste è una regola che dobbiamo imparare. So che è un disagio, ma lo facciamo per salvare la vita di tante persone, soprattutto delle persone anziane, che sono le più vulnerabili". 


 

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