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Cronaca Oleggio

Delitto di Oleggio: l'assassino ha confessato, in manette Salvatore Stentardo

L'uomo, 58 anni, è stato arrestato a Bologna. Secondo quanto raccontato agli inquirenti, avrebbe aggredito Maria Rosa Milani poichè sorpreso mentre si dissetava alla fontana del cortile di casa della donna

E' stato arrestato sabato a Bologna l'uomo che lo scorso 13 settembre ha ucciso Maria Rosa Milani, picchiata a morte nella sua casa di Oleggio.

L'assassino è Salvatore Stentardo, classe 1956. Alle 7,30 del mattino i carabinieri hanno fatto irruzione nell'appartamento in cui aveva trovato rifugio Stentardo e lo hanno catturato mentre stava dormendo. Quando è stato trovato aveva con sè la carta di identità di un altro soggetto, sulla quale era stata applicata una sua fotografia.

L'operazione è stata svolta dai carabinieri di Novara, con i colleghi della Stazione di Oleggio, in collaborazione con il Ris di Parma e il reparto crimini violenti del Ros di Roma. I dettagli sono stati resi noti questa mattina in Procura a Novara; presenti, oltre al procuratore capo Francesco Saluzzo, anche il Pm Giovanni Caspani, il comandante provinciale dei carabinieri Giovanni Spirito, il colonnello Maurilio Liore e i rappresentanti dei Ris di Parma e del reparto crimini violenti del Ros di Roma.

"Stentardo ci ha dato del filo da torcere - ha spiegato il procuratore capo Francesco Saluzzo - è riuscito a mantenere una situazione di latitanza per ben tre mesi. Ma grazie al lavoro di squadra siamo riusciti ad individuare dove si trovasse. E' stato un lavoro di indagine molto particolare, che si è risolto anche grazie al determinante apporto del Ros di Roma".

L'uomo, che si trova in carcere a Bologna, ha poi confessato tutto al Pm Giovanni Caspani. Ha raccontato che dopo essere evaso dal carcere di Novara, dove era sottoposto al regime di semi libertà (lavorando come impiegato presso l'Ufficio di esecuzione penale esterna), aveva deciso di rifugiarsi in quella zona boschiva di Oleggio che conosceva poichè frequentata in passato.

Fuggito a piedi, dopo due giorni ha raggiunto la zona della Cascina Calossa, dove viveva la vittima, per trovare un supporto logistico in cui nascondersi. Nel suo racconto, Stentardo ha detto di essersi avvicinato alla casa di Maria Rosa Milani soltanto per bere, poichè aveva sete (a causa del viaggio a piedi e dell'assunzione di cocaina, come ammesso dallo stesso Stentardo). La donna lo ha però scoperto, e lui ha reagito aggredendola e picchiandola sulla testa (molto probabilmente con un bastone, che però non è stato ritrovato) finchè non l'ha uccisa. A questo punto avrebbe deciso di rubare i gioielli e gli oggetti di valore della vittima, per poi cercare di ripulire dal sangue, lavandola con dell'acqua, la scena del crimine (il cortile di casa), ma sorpreso dall'arrivo dei nipoti della donna è poi dovuto fuggire.

Questo il racconto dell'assassino; ora starà agli inquirenti verificare i fatti. Un omicidio brutale e gratuito, "la vittima - ha commentato Saluzzo - non poteva certo rappresentare una minaccia per l'uomo. Sarebbe bastato buttarla a terra per fuggire".

Stentardo è stato "incastrato" anche grazie ad alcuni suoi errori: l'utilizzo di telefoni pubblici, che sono stati monitorati, e l'aver lasciato in carcere i suoi oggetti personali, che hanno consentito il confronto del Dna rinvenuto sul rubinetto della fontana a cui era stato attaccato il tubo di gomma usato per cercare di ripulire la scena del crimine. Determinanti, per la cattura dell'uomo, il lavoro svolto dai carabinieri della Stazione di Oleggio e del Comando di Novara, che hanno da subito ipotizzato che l'autore dell'omicidio potesse essere proprio Stentardo, che in passato frequentava spesso la zona, l'accurato lavoro svolto sulla scena del crimine e la preziosa collaborazione di Ris di Parma e Ros di Roma.

Le indagini non sono ancora concluse: restano ancora da chiarire alcuni elementi e da verificare se l'uomo avesse compiuto altri reati durante i suoi giorni di latitanza.

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