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Cronaca

Tangenti e corruzione, Canelli chiede le dimissioni dell'ad di Acqua Novara Vco

Coinvolto nell'inchiesta anche il deputato Sozzani

Dopo la maxi-inchiesta dei carabinieri di Monza che ieri ha portato a 43 arresti tra Piemonte e Lombardia, si iniziano a vedere le prime conseguenze.

Nell'operazione, che ha riguardato le province di Milano, Varese, Monza e della Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti,  ci sono anche dei novaresi coinvolti, due su tutti l'ex presidente della provincia di Novara e attuale deputato di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di aver ricevuto un finanziamento illecito, e l'amministratore delegato di Acqua Novara Vco, Andrea Gallina, accusato di collusione e turbativa d'asta.

La richiesta di dimissioni

Il sindaco di Novara Alessandro Canelli, che aveva nominato Gallina Ad della società che gestisce la rete idrica nel 2017, nella giornata di martedì ha chiesto le sue dimissioni. Anche la società Acqua Novara Vco ha inviato una nota, un cui si dice "totalmente estranea ai fatti emersi oggi dell'inchiesta milanese e si augura che il lavoro dei magistrati serva a fare chiarezza e a definire responsabilità e ruoli. L'azienda resta ora in attesa delle determinazioni dell'AD Andrea Gallina, stante la richiesta di dimissioni avanzata nel pomeriggio dal Sindaco di Novara Alessandro Canelli".

L'inchiesta novarese

Al centro dell'inchiesta novarese c'è un appalto assegnato alla ditta Ecol Service per lo spurgo delle condotte fognarie e la pulizia delle vasche degli impianti di Acqua Novara Vco. Un appalto da quasi 6 milioni di euro, 5.927.220,39 per la precisione, suddiviso in tre lotti. Da quanto emerge Andrea Gallina e Giovanni Rissone, "con collusioni e mezzi fraudolenti" avrebbero, in concorso con Daniele D'Alfonso e Matteo Di Pierro, rispettivamente amministratore unico e dipendente della Ecol Service, turbato l'asta per l'assegnazione dell'appalto. Secondo gli inquirenti Gallina avrebbe accettato la promessa di D'Alfonso "dell’erogazione di una somma di denaro, allo stato imprecisata, suddivisa in tranches mensili da 2mila -3mila euro", come si legge nell'ordinanza di applicazione di misura cautelare.

Il collegamento con la politica

Il controllo dei contatti di D'Alfonso ha portato alla luce i suoi rapporti con Sozzani, all'epoca dei fatti consigliere regionale, "al quale -  si legge nell'ordinanza - il 22 marzo 2018, l’imprenditore elargiva un finanziamento illecito, quantificato in euro 10mila, mediante il pagamento (con bonifico bancario) di una falsa fattura". In alcune intercettazioni ambientali infatti D'Alfonso avrebbe detto al padre di "essersi attivato per aggiudicarsi delle gare d’appalto e per far ciò sta sostenendo economicamente la campagna elettorale di un Consigliere della Regione Piemonte di Novara, che si è candidato al Parlamento". Secondo quanto ricostruito dai carabinieri il riferimento sarebbe proprio a Sozzani. 

In sostanza Sozzani, almeno secondo quanto riscostruito dagli inquirenti, avrebbe fatto in modo di mettere in contatto D'Alfonso con Rissone e Gallina tramite un tutto fare, il divignanese Mauro Tolbar, per decidere per la gara d'appalto, facendo in modo che il bando contemplasse particolari requisiti posseduti solo da Ecol Service, in cambio di un finanziamento per la campagna elettorale.

Le misure cautelari

Per Sozzani sono stati chiesti gli arresti domiciliari: sarà la Camera però a decidere se potrà essere arrestato, dato che è un deputato eletto. Ai domiciliari anche l'amministratore delegato di Acqua Novara Vco Andrea Gallina, mentre per Giovanni Rissone è stato disposto l'obbligo di firma.

Sozzani si è detto totalmente estraneo ai fatti e ha espresso piena fiducia nella magistratura, dicendosi disposto all'autosospensione "affinché l'attività di Forza Italia possa proseguire in modo sereno e trasparente, in vista delle imminenti scadenze elettorali".

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