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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Perde un occhio sul lavoro: condannato il titolare dell'azienda

Il giudice Roberto Brino del tribunale di Novara ha ammesso questa mattina, giovedì 31 maggio, la richiesta di patteggiamento a due mesi di reclusione per Giovanni Augustoni, titolare dell'omonima fonderia "Augustoni & Figli" di Borgo Ticino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Il giudice Roberto Brino del tribunale di Novara ha ammesso questa mattina, giovedì 31 maggio, la richiesta di patteggiamento a due mesi di reclusione (con pena sospesa) per Giovanni Augustoni, titolare dell'omonima fonderia "Augustoni & Figli" di Borgo Ticino, a quasi quattro anni dall'incidente sul lavoro costato a uno dei suoi dipendenti oltre il 30% di danno all'integrità psico-fisica.

Era il 4 luglio del 2008 quando Nouredine Nabet, operaio di origini algerine addetto alla fusione in fonderia, nell'eseguire un prelievo da un forno è stato colpito da uno schizzo di alluminio fuso tra i 600 e gli 800 gradi centigradi. Al contatto con il corpo, il metallo lo ha sfigurato con ustioni di secondo e terzo grado su volto, nuca, dorso e arti superiori. Sfortuna ha voluto, poi, che parte dello schizzo gli sia finito anche nell'occhio destro, procurandogli danni irreparabili a cornea e membrana: nonostante numerose operazioni nel corso degli anni, l'operaio ha perso completamente l'uso di questo occhio. Ma non solo. Due anni dopo l'incidente, infatti, Nabet è stato licenziato dalla ditta per una riduzione di personale dovuta alla crisi, non riuscendo più, in seguito, a trovare altri impieghi.

Per ottenere il giusto risarcimento per quanto subito, l'operaio si è dunque rivolto all'ufficio di Borgomanero di Giesse - Gestione Sinistri, società leader nel settore risarcimento danni e responsabilità civile, che ha avviato nei confronti del titolare della fonderia due diversi procedimenti, uno civile e uno penale. Dai rilievi eseguiti subito dopo l'incidente dallo Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) è così emerso che tutti i dispositivi di protezione forniti dal datore di lavoro al dipendente (guanti, occhiali, calzature di sicurezza, grembiule) erano "inadeguati o non idonei a proteggerlo dai rischi che l'attività di fonditore comporta", nonostante quello di Nabet non fosse il primo caso di incidente grave sul lavoro avvenuto all'interno della stessa fonderia. Da qui, la decisione del giudice Brino di ammettere la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali di Augustoni.

 

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