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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Il cuore che non c'è, il romanzo della maestra scrittrice Isa Voi

A pochi giorni dall'uscita del libro in tutte le librerie, la redazione di NovaraToday ha incontrato la "maestra scrittrice": a noi Isa Voi ha raccontato segreti, aspirazioni e prospettive

Maestra di professione, appassionata di scrittura con in tasca anche un passato da giornalista. Questa in sintesi la carriera di Isa Voi, giovane novarese con la passione con la scrittura. Diversi i libri in attivo, un blog in cui raccoglie notizie del territorio, curiosità letterarie, interviste ai più grandi della letteratura e attraverso il quale mantiene un vivo dialogo tra lei e i suoi lettori. La redazione di NovaraToday.it l'ha incontrata a poche settimane dall'uscita del suo ultimo romanzo, un romanzo che parla di amore.

Chi è Isa Voi
Isa Voi è un'insegnante di scuola dell'infanzia rapita da sempre dalla passione della scrittura. Sono nata in Sicilia e vivo ormai da anni a Novara, una città alla quale sono molto legata.

Come è nata la passione per la scrittura?
Il mio amore per la “penna” si è manifestato sin dall'infanzia quando, alla scuola elementare, componevo già temi lunghi lunghi e mi divertivo a inventare filastrocche; alla fine della scuola superiore ho vinto il primo premio di un concorso letterario regionale, “Un tema per Salvo D'acquisto”, che è stato il primo passo per entrare nel  magico mondo della scrittura.

Il libro di cosa parla?
“Il cuore che non c'è” (edito da Cinquemarzo Edizioni),  racconta la storia di Giorgia, una bambina di 3 anni sparita improvvisamente nel vuoto dalla città di Enna, in Sicilia, durante la famosissima celebrazione del Venerdì Santo.Sin dai primi momenti le ricerche per ritrovarla risultano disperate e vane; inizia così un viaggio nel dolore e nelle speranze dei familiari e dei giovani genitori, Angela e Tony, che non si arrendono nemmeno per un attimo ma si ostinano a cercare la verità pur correndo rischi, pur andando incontro a risposte spesso spiacevoli e inaspettate.La piccola entra nelle case e nel cuore di tutti e diventa la “figlia” non solo di mamma e papà,  ma di tutti: di tutta la Sicilia e di tutta l'Italia. Il personaggio predominante è Angela, la giovane mamma, con la sua forza e la tenacia tipica di tutte le madri; qualità, queste, che le impediranno di lasciarsi morire piano piano ma di continuare a vivere nella speranza di rivedere la sua piccola. E' la vittoria della non certezza che poi da la speranza.

E' questo il suo primo libro? Se, no si discosta molto tematicamente dagli altri? Perchè questo tema?
No, il mio primo libro é “Domani”, che parla dei soldati impegnati nelle missioni nei Balcani e delle conseguenze che queste guerre moderne comportano. Un libro che vuole far riflettere sull'inutilità e sul male, fisico e morale, delle guerre. “Il cuore che non c'è”, invece, affronta il tema dei bambini scomparsi misteriosamente, inghiottiti dal vuoto. I numerosi casi di cronaca che si sono verificati negli ultimi decenni mi hanno portato a scrivere una storia che rappresentasse un po' tutti i casi registrati in Italia e non solo; un racconto per far riflettere sul dolore, misto alla speranza, di genitori e parenti coinvolti in questi drammi che spesso non hanno via di uscita. Il libro (che è accompagnato da disegni realizzati da bambini di 5 anni per rappresentare il contenuto dei capitoli),  esprime anche il tentativo di far riflettere le persone che si arrogano il diritto di “impossessarsi” di queste piccole vite: un modo per metterli di fronte alla tragedia e allo “strappo” eterno che determinano in queste sfortunate famiglie.

C'è attenzione per gli scrittori emergenti in questo momento in città?
Sinceramente penso che si potrebbe fare molto di più. Novara è una città che presta molto attenzione alla cultura e alle iniziative, soprattutto nel periodo estivo. E' naturale che il nuovo è molto più difficile del “classico”, che dona sicurezza e  certezza; puntare su autori nuovi comporta comunque dei rischi, ma in tutte le cose se non c'è un inizio non ci può essere una continuità: quindi, spazio alle novità!

Può diventare un domani, o lo è già, una seconda professione?
Se considero il tempo che impiego a scrivere, tra libri e recensioni, lo è già. Non a livello economico, ovviamente, ma solo di intrattenimento e passione. MI occupo tutti i giorni del mio blog, che aggiorno con tutte le mie rubriche. Penso che i bambini facciano parte della mia vita e non so se ne potrei farne a meno, come non potrei fare a meno di scrivere: due ingredienti necessari che fanno parte di me stessa.

Che consigli si sente di dare ad un giovane che si vuole accostare alla scrittura con il sogno di diventare scrittore?
Il consiglio che darei a un aspirante scrittore o a un esordiente è quello di credere sempre in ciò che si scrive, poiché se non siamo noi stessi i primi a farlo difficilmente partiamo con l'energia giusta per raggiungere il nostro sogno. Non bisogna mai scegliere vie veloci o trasversali, mai: sarebbe il modo sbagliato per “seminare” il proprio talento e inadeguato per garantire continuità al percorso letterario. Un altro ingrediente necessario è “saper aspettare”: il momento più duro, infatti, è quando l'autore scrive l'ultima parola del suo romanzo. Da lì bisognerà inviare la proposta a numerosi editori, aspettare che qualcuno risponda e infine valutare le proposte. L'importante è non arrendersi mai, ma continuare sempre dopo ogni rifiuto. Tutti sanno, ad esempio, che il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”, è stato rifiuto da decine di autori prima che diventasse un must della letteratura italiana. Tutto è possibile. Per ultimo, non dimenticare mai una cosa: di scrittura non si vive e non si arricchisce, ma è solo la benzina per i nostri sogni, pensieri e un meraviglioso tramite per condividere le nostre emozioni con i lettori.

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