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Cronaca

LETTORI | Novara e gli "Sport Minori"...non è tutto così semplice

Gli sport minori, quelli che hanno meno visibilità perchè meno seguiti, non hanno da sempre vita facile. Due lettori, genitori di una, glielo auguriamo, futura campionessa di nuoto, raccontano la fotografia della situazione

Quale futuro per i ragazzi sportivi, praticanti sport "minori" nella città gaudenziana? Questo quanto si sono chiesti Paolo e Carmen Damnotti, genitori di Alessia, una promettente campionessa di nuoto. Nella loro lettera, che altro non è che la loro fotografia della situazione degli sport minori, i due genitori si chiedono quale sia il futuro dello sport e se sia giusto che una ragazza, volenterosa e desiderosa di eccellere in una disciplina, sia costretta, con sacrifici che si ripercuotono su di lei e i familiari, a dover spostarsi per svolgere, nelle giuste condizioni, il suo sport preferito.

"Quel che temevamo infine si è avverato. Niente di grave per carità. Si parla di sport, solo di sport. Grave o meno dipende da quanta importanza si vuol dare a questa parola: lo Sport. Riempirsi la bocca con termini quali, divertimento, crescita salutare, togliere i ragazzi dalle strade o dai videogiochi, agonismo e, perché no, orgoglio cittadino per risultati importanti ( vedi il contesissimo Domenico Fioravanti! ) è in contrasto con quel che in realtà è successo a Novara nell’ ultimo decennio.
Ciò che mi ha spinto ora, solo ora, a scriverVi è la decisione, presa in completa autonomia da mia figlia, di preferire una squadra agonistica di nuoto per i suoi allenamenti futuri che la porta lontano da Novara, dalla Provincia di Novara e dal Piemonte. Ha avuto modo, con i dati forniti da noi genitori in base a fatti oggettivi e con la sua ormai decennale esperienza nel nuoto, di farsi una chiara idea di cosa voleva per se per il suo futuro agonistico, sempre libera di decidere se e quando non impegnarsi più con lo sport che ama e che pratica con tanto impegno e passione. Non conosciamo a fondo le altre realtà dello sport dilettantistico: palestre per la ginnastica artistica, piste di atletica, campi di calcio di quartiere che non siano il Piola, piste per Hockey, il ciclismo e altre ancora. Abbiamo seguito però con attenzione e partecipazione le sorti delle piscine di Novara e dintorni. In particolare abbiamo visto sorgere dal niente la piscina di S. Agabio zona Terdoppio, maestosa, olimpionica, tribune da grandi manifestazioni. Troppo per Novara? Non so, ma ormai era lì, da utilizzare. Sorta e voluta in tempi della vecchia giunta comunale per la precisione.
Nostra figlia e le sue compagne - spiegano i coniugi Damnotti - di squadra, alcune di esse molto valide aqonisticamente parlando, hanno fatto in tempo a frequentarla per parecchio tempo, anni in cui la gestione dell’impianto era affidata a privati i quali decidevano in maniera autonoma tariffe e tempi di frequentazione, costi acqua che lievitavano di anno in anno, eppure erano presenti ben due squadre agonistiche con annessi i propri corsi di nuoto; insomma, l’impianto, essendo l’unico degno di ospitare l’agonismo a Novara, in quanto la piscina di Viale Kennedy era stata chiusa nel frattempo, sempre decisione voluta dalla precedente amministrazione (!!!), era punto di riferimento del nuoto novarese di un certo livello. Cambio di giunta, diametralmente opposta alla precedente, politicamente parlando. Cambio di gestore dell’impianto, ora direttamente in mano al Comune che ne cura il tariffario, prezzi calmierati, una delle due squadre che sospende l’attività agonistica, l’altra che trasferisce i propri allenamenti altrove ed una terza, nata nel frattempo e insediatasi momentaneamente in un impianto in un paese vicino che propone il Campionato Fin Lombardia dalle categorie superiori a quella attuale di mia figlia. Ci troviamo non so come ne perché a far frequentare mia figlia una piscina "privata" a Novara assolutamente non adatta all’attività di nuoto agonistico: 1,10 mt circa di altezza, senza blocchi di partenza, acqua a sfioro bordo vasca, iscritta ad una delle restanti squadre novarese di nuoto superstite, squadra valida tecnicamente e che propone il campionato regionale Fin in Piemonte. Nostra figlia resiste un anno nell’impianto inadatto, pretende però una promessa da noi genitori, tornare a nuotare alla piscina del Terdoppio a Sant' Agabio od informarsi altrove. Non vedevamo dove fosse il problema, leggevamo di incontri tra le realtà sportive ed il comune dove si discuteva, tra le altre cose, di tempistiche per usufruire delle corsie nuoto e dei costi ormai abbattuti dell’impianto olimpico. Purtroppo per noi nulla è come sembra. La logica del bene e del meglio per i ragazzi a volte non coincide con altre realtà. Motivi di interessi economici personali? Motivi politici? Costi acqua troppo elevati? Non mi esprimo. Rimaneva il fatto che si prospettasse per nostra figlia e le sue “colleghe”, per quest’anno e per il futuro, di rimanere ad allenarsi fuori da un impianto che ci viene invidiato in tutta Italia, non essendoci una squadra di nuoto novarese che partecipi al campionato Fin Piemonte che lo frequenti ( per partecipare al campionato Fin Lombardia la scelta di squadre è ampia, a pochi chilometri da noi, ma fino a prova contraria Novara = provincia del Piemonte = Campionato del Piemonte...quando cambieremo
Regione, ne riparleremo ).
Il Comune, con l’attuale Giunta e Assessorato allo Sport, poteva fare di più e in maniera più competente? Le società potevano fare di più badando solo al meglio per gli iscritti? Non sappiamo. Nostra figlia ha scelto un'altra strada: altro Comune, altra Provincia, altra Regione con relative gare, Un grosso impegno anche per noi genitori.
Cosa vuol fare la ragazza e cosa si aspetta in futuro? Nuotare e gareggiare, niente di più. Nella sua città? A questo punto, penso, anche se ancora molto giovane, non ci crede più. Lei nuota, si impegna sodo, punto, fino a quando lei lo desidera, nella nuova società, come ha sempre fatto. Le favole le lascia ad altre.

Un conclusione personale: Nessuno, ne io ne tantomeno mia moglie pensiamo di avere in casa “il fenomeno” del nuoto, troppo presto e troppe variabili in gioco e poco importa poi nel contesto della lettera, magari al primo amore o per problemi di studio tra pochi anni lascerà questo fantastico sport che tanto le ha insegnato.
Queste “nostre considerazioni” volevano solo essere la fotografia della situazione del nuoto novarese, situazione che non offre la minima occasioni a chi ama quel che fa, salvo eccezioni, come atleta che si impegna, rinunciando volontariamente a momenti di svago che magari si godono i coetanei e poi, perché no, risultati alla mano, è pure bravina o bravino, gratificando i propri sforzi. No scaricabarili, ma una sana riflessione, politica o personale.  In bocca al lupo per gli atleti nuoto novaresi".

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