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Cronaca Miasino

Miasino: un matrimonio da favola nel castello della camorra

Sposarsi nella villa del boss Galasso costa 2mila euro. La residenza ottocentesca sul Lago d'Orta, di proprietà dello Stato, è gestita dalla famiglia del pentito camorrista

Metti un matrimonio da favola, in una delle ville più belle della zona del Lago d'Orta, che però è un palazzo confiscato alla mafia.

Il Castello di Miasino appartiene da anni allo Stato, perchè confiscato al boss della camorra Pasquale Galasso, ma è tuttora gestito dalla famiglia del pentito. Così, sposarsi nella residenza ottocentesca è tutt'altro che impossibile, e costa circa 2mila euro.

Lo racconta il Corriere della Sera, in uno speciale dedicato alla vicenda e alla storia della famiglia Galasso, in cui viene citato e riportato un brano tratto dal libro "Per il nostro bene" (Chiarelettere), di Alessandra Coppola e Ilaria Ramoni, che tratta proprio della questione.

E' il '92 quando la famiglia Galasso si trasferisce in Piemonte, da Poggiomarino, e acquista, con 800 milioni e un fido concesso dall’Istituto San Paolo, la tenuta di Miasino. Ma il castello viene subito sequestrato.

"Nel 2002 la Corte di assise di Napoli autorizza la stipula di un contratto di locazione con la società Castello di Miasino Srl, che intende utilizzare l’immobile 'come struttura ricettiva e alberghiera', e lo mette a nuovo. Il costo dell’affitto è di 36.000 euro all’anno. Viene, però, anche pattuito che per sei anni (quindi fino alla fine del 2008) il canone sia ridotto dell’80 per cento, 'per venire incontro alle esigenze del conduttore in considerazione dei necessari e onerosi lavori di ristrutturazione'. Dal 2009 il canone avrebbe dovuto essere riportato al 100 per cento, ma dal bilancio di quell’anno non si evince alcun incremento. Il che lascia supporre un credito da parte dello Stato. Dall’ultima visura, l’amministratore unico della società risulta essere Grazia Galise, nata a Pompei nel ’59, moglie di Pasquale Galasso".

Così, nonostante il castello risulti confiscato e l'istanza per la restituzione del bene alla famiglia sia stata rigettata definitivamente nel marzo del 2012, la famiglia di uno dei più importanti pentiti della camorra continua a gestire la residenza e a organizzarvi eventi, cerimonie e meeting, come niente fosse e andando ad "ingrassare" le casse dei Galasso.

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