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Cronaca Porta Mortara / Via Pontida

Padre e figlio sfrattati da casa, costretti a dormire in dormitorio

E'questa la storia di un padre, costretto per motivi di salute a vivere in carrozzella e di un figlio, che da tempo se ne prende cura. Alle spalle una situazione di morosità, tramutata in un brutale sfratto

La storia che raccontiamo oggi è una storia che nel 2013 non vorremmo più sentire.

E' la storia di Roberto, costretto in seguito ad un'ischemia sulla sedia a rotelle e di Diego, suo figlio figlio, che del padre si prende cura.  Abitavano in un appartamento di via Pontida, a Novara. Erano morosi da tempo per mancanza di soldi, mancanza di un lavoro che potesse far guadagnare loro quanto utile per vivere e pagare l'affitto. Ieri mattina, dopo mesi di morosità, lo sfratto, divenuto immediatamente esecutivo, ha fatto sì che padre e figlio di punto in bianco si ritrovassero letteralmente in mezzo ad una strada.

"Il provvedimento è più che legittimo - racconta il figlio Diego - quello di cui non mi capacito è il modo, senza pietà, con la quale siamo stati cacciati di casa senza nemmeno poter portare con noi qualcosa per le prime necessità. Mio padre - spiega - è stato messo letteralmente alla porta di peso, con notevoli e conseguenti problemi per quel che riguarda il suo trasporto, dato che è in carrozzina e dato che abitiamo al terzo piano. Non abbiamo fatto resistenza: sappiamo benissimo di essere in difetto ma avevamo chiesto qualche giorno in più per organizzarci: ma non ci è stato concesso. I nostri guai sono cominciati - spiega Diego - quando io ho perso il lavoro. Da lì tutto è degenerato. Con noi vive anche mia sorella, assente durante la scena di poca umanità. La casa popolare è per noi un miraggio: nonostante la richiesta, sia nei comuni di Novara che in qualche comune vicino, le graduatorie sono a dir poco infinite".

Come vi sistemerete adesso? "Per fortuna i servizi sociali - raccontano - sono riusciti a tamponare questa situazione e a farci avere uno spazio al dormitorio notturno di via Pasteur. Non è una soluzione definitiva, tuttt'altro. Ma almeno abbiamo un tetto e uno spazio al sicuro tra quattro mura dove poter tornare la sera. Per mio padre era stata proposta la soluzione della casa di riposo: ma nessuno dei due vuole staccarsi dall'altro. Spero di riuscire a trovare al più presto un lavoro: la pensione di mio padre, 500 euro al mese, non basta più nemmeno per sopravvivere".

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