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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Novara, sgominata dalla polizia banda specializzata in furti di rame

L'indagine è partita nell'aprile dello scorso anno. Sette le persone indagate, tre quelle finite in manette, e 3mila i cavi di rame recuperati

Sette persone indagate, tre quelle finite in manette, e 3mila chili di cavi di rame sequestrati. Sono i numeri dell'operazione della polizia di Novara, denominata "Predoni", che ha permesso di sgominare una banda specializzata in furti di rame. Gli indagati, che colpivano aziende del novarese e milanese, sono accusati di furto pluriaggravato e autoriciclaggio.

L'indagine, coordinata dalla Procura di Novara, ha preso il via nell'aprile dello scorso anno dopo il sequestro di un furgone contenente 1.700 chili di cavi di rame rubati effettuato dagli agenti della Volante e ha permesso di risalire ad un sodalizio criminale che secondo l'ipotesi investigativa aveva base a San Pietro Mosezzo.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il gruppo criminalre sarebbe composto da sei persone, ognuna "addetta" a un compito specifico, che avrebbe commesso numerosi furti di cavi di rame, per poi lavorarlo e reimmetterlo sul mercato, ottenendo guadagni considerevoli.

Stando a quanto ricostruito dagli agenti della Questura, a capo della banda ci sarebbe stato un cittadino novarese, che si occupava di individuare l'azienda da derubare e di effettuare accurati sopralluoghi, per poi impartire le direttive ai propri "sottoposti", che eseguivano poi i furti negli orari e con le modalità prestabilite dal "capo".

I furti sarebbero avvenuti tutti in orari notturni; il luogo di ritrovo dei componenti della banda era l'abitazione del capo del gruppo criminale, da dove la banda, dopo aver ritirato l'attrezzatura necessaria, partiva alla volta dei luoghi da colpire.

Secondo la ricostruzione dei fatti, gli esecutori materiali dei furti sarebbero stati tre, due uomini ed una donna: i primi due entravano nelle ditte mentre la donna facevada autista e si appostava nelle vicinanze con funzioni di "palo". La quantità di materiale sottratto variava dai 500 ai 2.000 chili e i furti duravano alcune ore.

Nel corso dell'indagine, a settembre dello scorso anno, gli agenti sono riusciti a individuare uno dei luoghi in cui la banda stava colpendo, una centrale termoelettrica vcino a Novara, riuscendo a bloccare uno dei ladri, mentre un secondo si è dato alla fuga nei boschi circostanti.

A questo punto, il capo della banda a distanza di pochi giorni avrebbe organizzato un nuovo colpo ai danni di una società di Casaleggio, partecipando di persona al furto. La polizia, individuato il luogo del colpo, ha quindi organizzato un blitz, arrestando tre persone.

Le indagini si sono poi concentrate sull'ultimo membro della banda, l'uomo che secondo l'ipotesi investigativa sarebbe stato addetto al ritiro del rame ed alla successiva immissione sul mercato. La perquisizione, eseguita presso la sua abitazione, ha permesso agli agenti di rinvenire la documentazione che attestava la vendita del rame e dalla quale lo stesso, nell'arco degli ultimi 4 anni, ha guadagnato oltre un milione di euro. Secondo quanto spiegato dalla Questura, l'uomo, pregiudicato e disoccupato, per non attirare l'attenzione su di sé faceva transitare tutto il denaro sul conto corrente intestato alla propria compagna, incensurata e disoccupata. Gli agenti hanno inoltre scoperto che la coppia era proprietaria di ben due Ferrari, una Testarossa ed una 360 Modena, del valore totale di oltre 200mila euro. Le auto sono state individuate in un'officina situata fuori Novara, sottoposte a sequestro e messe a disposizione dell'autorità giudiziaria. Anche la compagna dell'uomo è stata quindi indagata per il reato di riciclaggio.

I danni causati alle aziende dai furti, spiegano dalla Questura, erano notevoli: oltre al danno e al costo di riparazione, le imprese a causa del totale black out causato dal furto dei cavi dovevano interrompere la loro attività anche per diversi giorni.

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