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Cronaca Maggiora

Nuha, il calciatore con problemi cardiaci, ha trovato famiglia

Il 21enne è originario del Gambia. Dopo essere arrivato in Italia, ha avuto un grave infarto al miocardio che ha infranto i suoi sogni di calciatore. Ora il giovane, ospitato a Maggiora, ha finalmente trovato una famiglia che si occuperà di lui

Una storia a lieto fine quella di Nuha Balde, 21enne, originario del Gambia. Dopo l'appello lanciato dall'associazione Mamre, che ospitava il giovane a Maggiora, finalmente ha trovato una famiglia che possa accoglierlo e curarlo, visti i suoi problemi cardiaci. 

LA STORIA di NUHA. Quarto di sei figli, di cui due minori di lui, ha perso il papà quando aveva appena dieci anni ed è stato affidato a uno zio che viveva nella capitale Banjul. Lì, calciatore nelle squadre giovanili della Nazionale, ha frequentato la scuola fino a 12 anni. 

"A quel punto, poiché il parente era stato costretto a fuggire per motivi politici - racconta la dottoressa Rossi Ferrario, del centro assistenza - è tornato al suo villaggio, ma ben presto ha deciso di andarsene per migliorare la situazione sua e della famiglia, in quanto la madre e i fratelli conducono una piccola fattoria senza però raggiungere l'autosufficienza economica".

Successivamente, probabilmente inseguendo la speranza di una carriera calcistica, Nuha ha tentato di raggiungere l’Italia, riuscendoci dopo un percorso attraverso vari paesi e otto mesi di prigionia in Libia in cui ha vissuto in condizioni terribili, con maltrattamenti quotidiani.

L'ARRIVO NEL NOVARESE E L'INFARTO. "Grazie all’intervento di un fratello, che non si sa come ha inviato dei soldi agli aguzzini - ha aggiunto la dottoressa - Nuha è stato imbarcato su un barcone arrivando a Lampedusa, dopo aver visto morire amici e conoscenti e aver rischiato lui stesso di perdere la vita. Portato a Novara, due mesi dopo ha avuto un gravissimo malore; una volta ripresosi, è stato inviato alla clinica Maugeri di Veruno per la riabilitazione. Lì ha realizzato che la sua speranza di diventare un calciatore in Italia si era definitivamente azzerata; che non avrebbe più potuto svolgere attività pesanti o stressanti; e che avrebbe dovuto impiantare un defibrillatore; cosa, avvenuta qualche mese fa, affrontata con molta paura e demoralizzazione. Nel frattempo, alcuni operatori della fondazione gli sono stati accanto e l'hanno aiutato a trasferirsi in una casa più vicina a Veruno".

E' così che è giunto prima a Vacciago di Ameno e poi a Maggiora. A giugno si è tenuta l’udienza a Torino per l’asilo politico: gli è stato concesso il permesso umanitario per due anni. "Permesso che gli sarà rinnovato - spiega ancora la dottoressa - date le sue condizioni di salute che attualmente sono stabili: deve prendere ogni giorno dei farmaci e sottoporsi a dei controlli un paio di volte all’anno. Psicologicamente ora è più tranquillo perché non è mai stato lasciato solo: si è cercato di rassicurarlo e di provvedere ai suoi bisogni materiali e di conforto affettivo. Nel frattempo, Nuha ha maturato l’idea di diventare un barista. Purtroppo, però, non si riesce a farsi mandare dal Gambia il diploma scolastico. Frequenterà quindi la terza media e poi verrà iscritto a un corso professionale. In seguito, confidando in un micro-credito, potrebbe tornare nel suo Paese ad aprire un piccolo bar-gelateria, aiutando così la famiglia e potendo permettersi di pagare le cure". 

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