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Cronaca Trecate

Omicidio Kobrzeniecki: in appello crolla l'alibi di Domenico Cutrì

La testimonianza del titolare e del portiere di notte dell'albergo di Vittuone, dove Cutrì si rifugiò dopo il delitto, hanno definitivamente smontato l'alibi che gli aveva fornito l'amante

Niente da fare per Domenico Cutrì: il suo presunto alibi è stato definitivamente smontato.

All'udienza del processo di appello, che si è svolta ieri, giovedì 13 dicembre, a Torino, hanno infatti testimoniato il titolare e il portiere di notte dell'hotel di Vittuone (Milano), dove Cutrì si era rifugiato dopo aver ucciso il giovane polacco Lukacs Kobrzeniecki, freddato a colpi di pistola nel giugno del 2006 a Trecate.

Le due testimonianze hanno così confermato che la notte dell'omicidio Cutrì si trovava in albergo, e non nella sua casa a Inveruno con l'amante, come inizialmente aveva tentato di far credere. Il suo alibi era già stato demolito con l'acquisizione dei registri dell'albergo, ma con la loro testimonianza il titolare e il portiere hanno confermato la registrazione di Cutrì tra la mezzanotte e le 4 del mattino del 16 giugno 2006, e la sua presenza in albergo nel corso della giornata.

Domenico Cutrì era già stato condannato all'ergastolo in primo grado.

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