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Omicidio Kobrzeniecki: smontata la testimonianza dell'amante di Cutrì

La donna aveva dichiarato che al momento del delitto l'uomo, condannato all'ergastolo in primo grado, si trovava in sua compagnia. I carabinieri di Novara hanno però scoperto la verità

Durante l'udienza dello scorso 21 novembre, Domenico Cutrì aveva pensato di essere sulla buona strada per riuscire a difendersi dall'accusa di omicidio che lo aveva fatto condannare, in primo grado all'ergastolo.

Questo, grazie alla testimonianza di una donna, che aveva fornito all'imputato un alibi per la notte in cui veniva ucciso il giovane polacco Lukacs Kobrzenieck (la notte tra il 15 e il 16 giugno di sei anni fa). Si trattava dell'amante di Cutrì, che aveva dichiarato che l'uomo aveva passato tutta la notte con lei nel suo appartamento.

Peccato però, che la testimonianza è stata subito smontata dalle indagini dei carabinieri di Novara, che hanno scoperto che il nome di Cutrì compare negli archivi di un hotel del novarese dove, secondo le indagini, era andato a rifugiarsi subito dopo il delitto.

Il processo è ora rinviato a giovedì 13 dicembre.

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