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Cronaca

"Liberazione e Speranza" sull'ordinanza anti prostituzione

L'associazione novarese interviene in merito al provvedimento del Comune di Novara, che mira a contrastare il fenomeno della prostituzione in città

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Siamo grati al sindaco per avere invitato l’associazione "Liberazione e speranza" alla conferenza stampa per pubblicizzare l’ORDINANZA n. 288, in vigore dal 23 aprile 2012 fino al 31 ottobre 2012.

Avremmo preferito essere coinvolti nella fase di elaborazione dell’ordinanza stessa dal momento che, in materia, riteniamo di avere delle convinzioni da esplicitare, che potranno ovviamente essere anche disattese ma che dovrebbero, quanto meno, essere conosciute dall’amministrazione comunale, anche perché, per la prima volta dall’anno 2000, il Comune di Novara ha aderito formalmente alla "rete" di Istituzioni e di soggetti del privato sociale impegnati dal 23 dicembre 2011 ad attuare, nell’ambito del territorio comunale, i due progetti promossi dalla Regione denominati rispettivamente "PIEMONTE IN RETE CONTRO LA TRATTA 4.13" e  "PIEMONTE IN RETE CONTRO LA TRATTA 4.18" (progetti che prevedono azioni specifiche per contrastare i fenomeni della riduzione in schiavitù e dello sfruttamento della prostituzione).   

Apprezziamo che nell’ordinanza:

- siano richiamati i gravissimi episodi che si sono verificati nel corso del 2011 e nei primi mesi del 2012 (omicidi, violenze e rapine);
- il fenomeno della prostituzione sia considerato diseducativo e contrario al valore costituzionale di dignità che, come è solita affermare la Corte costituzionale,  permea di sé tutto il diritto positivo; dignità che, come ha affermato ancora di recente la Corte di Giustizia europea, non è soltanto un diritto fondamentale in sé, ma costituisce la base stessa dei diritti fondamentali;
- si faccia riferimento al fatto che il fenomeno della prostituzione configura, qui a Novara, a volte ipotesi di reati estremamente gravi, come la riduzione in schiavitù, a motivo dell’esistenza (ripetesi, qui a Novara) di organizzazioni criminali che traggono ingenti profitti dal relativo sfruttamento;
- si preveda di offrire aiuto e sostegno alle vittime, prospettando loro la possibilità di partecipare ai programmi di protezione ed assistenza sociale curati dalla nostra associazione autorizzata dalla competente Autorità Amministrativa ad attuare i progetti a favore delle persone che si sottraggono ai condizionamenti delle organizzazioni criminale dedite allo sfruttamento della prostituzione e vittime del reato di tratta e riduzione in schiavitù.

Concordiamo che, negli ultimi mesi, il fenomeno della prostituzione di strada ha registrato un sensibile aumento, non solo in corso della Vittoria e in via Verbano, ma anche in altre zone della città finora non interessate. Condividiamo l’esigenza di eliminare o ridurre drasticamente ogni forma di turbativa per i cittadini novaresi che dimorano nelle immediate vicinanze dei luoghi frequentati da persone che si prostituiscono.

Attribuiamo decisiva importanza alla verifica che dovrà essere fatta entro il 15 ottobre 2012 per valutare effetti ed efficacia dell’ordinanza. Sarebbe utile che la verifica venisse fatta, coinvolgendo Polizia Municipale, Forze dell’ordine e Autorità Giudiziaria, associazioni, come la nostra, che si occupano di offrire sostegno alle vittime e rappresentanze di cittadini residenti nelle zone "critiche".

Auspichiamo che, in sede di una possibile reiterazione di analogo provvedimento, l’amministra-zione comunale voglia acquisire anche i nostri suggerimenti e le nostre valutazioni: suggerimenti e valutazioni che derivano da quasi tredici intensi anni di impegno per contrastare la tratta e per sostenere le vittime.

Consegniamo, a tal fine, al sindaco una proposta di ORDINANZA, da tenere eventualmente in considerazione qualora, a seguito della verifica del 15 ottobre 2012, dovesse emergere la necessità di riproporne un’altra, dopo la scadenza di quella attualmente in vigore. Si tratta di una proposta che presuppone un approccio al tematica della tratta e della prostituzione fondato sui diritti umani, sulla salvaguardia della dignità umana, sulla responsabilizzazione della figura del cliente, sull’attenzione alle legittime aspirazione dei cittadini di fruire liberamente e serenamente degli spazi pubblici al riparo di situazioni di degrado e di disagio.     

Riteniamo che la stessa attenzione riservata al fenomeno della prostituzione su strada venga posta al fenomeno, a nostro giudizio in aumento (anche grazie ad annunci pubblicitari sospetti), dello sfruttamento della prostituzione indoor, in ottemperanza a quanto previsto dai numeri 1) e 2) dell’art. 3 della legge 20 febbraio 1958 n. 75 e a motivo delle obiettive difficoltà, da parte nostra, di intercettare possibili persone sfruttate all’interno di una casa di prostituzione.

Chiediamo, infine, che sia adeguatamente monitorata  l’attività esercitata negli esercizi variamente denominati, riconducibili nella sostanza alla definizione di "attività di massaggi". Al riguardo riteniamo quanto meno che i "centri-benessere" e/o le "sale-massaggi" si adeguino scrupolosamente alla normativa prevista per l’attività di estetica o per l’attività di massaggi terapeutici e che l’attività sia eseguita da soggetti in possesso della competenza professionale riconosciuta dall’ordinamento giuridico.

 
Liberazione e speranza-onlus Novara

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