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Cronaca

Prostituzione: a Novara un incontro formativo per arginare il fenomeno

Gli agenti della polizia municipale novarese hanno incontrato i volontari di Liberazione e Speranza, l'associazione che gestisce i programmi di protezione delle vittime della tratta. All'incontro era presente anche il magistrato Ciro Caramore

Si è svolto la scorsa settimana, presso gli uffici Decentramento del Comune di Novara, un incontro dedicato al fenomeno della prostituzione in città.

Tema dell'incontro: l'ordinanza anti prostituzione emanata dal sindaco Ballarè lo scorso 23 marzo. Ad organizzare l'iniziativa, il comandante della polizia locale Paolo Corteste; al confronto hanno preso parte il pool della polizia municipale novarese incaricato di far rispettare l'ordinanza, il personale dell'associazione Liberazione e Speranza, che gestisce i programmi di protezione a favore delle vittime della prostituzione coatta, e il sostituto procuratore Ciro Vittorio Caramore.

L'incontro è servito per fare una prima valutazione degli effetti e dell'efficacia dell'ordinanza anti prostituzione, ma soprattutto, grazie alle puntuali considerazioni e sollecitazioni del magistrato Caramore, per individuare le strategie più idonee per garantire un'azione penale efficace contro chi alimenta la criminalità, proteggendo contemporaneamente i diritti umani delle vittime e promuovendo la cooperazione di tutti i soggetti istituzionali e del privato sociale, che direttamente o indirettamente hanno competenza in materia.

Particolare attenzione è stata posta al fenomeno della "prostituzione indoor" (case di prostituzione e case per massaggi), con l’individuazione di possibili e condivise strategie per aggredire il fenomeno, sia dal punto di vista penale che amministrativo, garantendo la doverosa assistenza a chi
necessità di aiuto e sostegno.

In questo senso, anche secondo il pubblico ministero Caramore le ordinanze sindacali che hanno come obiettivo quello di contribuire a contrastare la prostituzione (di strada o al chiuso) dovrebbero colpire sempre e solo il "cliente", in quanto le ragazze che si prostituiscono lo fanno per lo più perché costrette o dalle organizzazioni criminali o dalla situazione di estrema miseria in cui vivono.

Dall'incontro è emerso che per essere efficaci, le ordinanza dovrebbero essere limitate nel tempo, fatte rispettare scrupolosamente con il convinto coinvolgimento di tutte le forze dell'ordine, ed essere omogenne quanto a contenuti e "filosofia" di approccio al problema.

 

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