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Cronaca

Maggiore, scade il contratto alla psicologa: "Noi pazienti siamo stati lasciati soli e senza supporto"

Il contratto della dottoressa Annalisa Ceruso è scaduto a dicembre: da allora segue i suoi pazienti gratuitamente per garantire una continuità nella terapia

Scade il contratto alla psicologa e i pazienti rimangono senza supporto.

É quanto denuncia la dottoressa Annalisa Ceruso, che fino al 31 dicembre del 2016 lavorava al servizio di Psicologia Clinica dell'ospedale Maggiore di Novara, occupandosi, tra le altre cose, del supporto a pazienti dializzati e trapiantati. "Nel corso della mia attività ospedaliera ultradecennale - spiega - questa circostanza si è verificata altre volte, con vuoti contrattuali perdurati rispettivamente di 8 mesi e 3 mesi. In quei casi ho continuato a svolgere a titolo volontario il mio servizio psicoterapico-supportivo e psicodiagnostico in ospedale per non esporre pazienti fragili ad un acuirsi del disagio psichico ed al contempo per evitare il sovraccaricarsi di colleghi già saturi. Per non penalizzare ingiustamente i pazienti - prosegue la psicologa - questa volta ho scelto di portare a termine le prese in carico psicoterapeutiche con termine previsto per luglio 2017 nel mio studio, gratuitamente, con la stessa spesa simbolica di 7,50 euro di ticket, e non entro i corridoi ospedalieri, poiché ho ritenuto che attività volontaria per tempi indefiniti rappresentasse un modo di ‘mettere una toppa’ ad un meccanismo disfunzionale. Per i pazienti è infatti essenziale la continuità della terapia, perchè il fattore della continuità è esso stesso un elemento curativo". 

Numerosi i pazienti che si sono trovati da soli, tra cui Sonia Montanelli, che ha anche rappresentato i malati dializzati all'Associazione Nazionale Emodializzati. "In passato avevo ricevuto un regolare supporto psicologico - spiega - per reggere alla situazione di ansia e di incertezza sulla mia salute. Nel mese di gennaio ho avuto un dolore psicologico molto intenso, mi sono rivolta alla Psicologia Clinica ma nessuna risposta, messaggi lasciati in segreteria per settimane. Ho insistito ancora rivolgendomi alla responsabile della Psicologia Clinica, che mi ha risposto che loro non sono in grado di rispondere alle richieste e che sarei stata inserita in una lista di attesa: siamo a metà maggio ed io non sono mai stata ricontatta. Ho scoperto che come me molti altri pazienti sono nella stessa situazione: mi sono sentita mortificata nei miei diritti di malato, noi siamo invisibili". Anche Anna Petrillo era una paziente della Psicologia Clinica: "Sono rimasta senza aiuto psicologico - dice - è un fatto gravissimo, non ho ottenuto risposta da nessuno. Dopo le feste di Natale ho chiesto l’appuntamento e dopo mesi in cui telefonavo a vuoto, mi sono rivolta anche all’U.R.P. dell’ospedale senza ottenere niente: mi sembra che tutto venga lasciato scivolare".  "Sono rimasta molto delusa dalla situazione che si è creata in questi mesi - spiega Valentina Giordano, anche lei paziente del servizio - quando una persona cerca un supporto lo fa perché sta male e perché in quel particolare momento di vita non ce la fa da solo: vedersi interrompere un percorso di cura è gravissimo, perché vengono a mancare i benefici in termini di serenità che si stava iniziando a intravedere dopo il malessere, e si ripiomba in tutta l'ansia che aveva portato a cercare il supporto psicologico".

La direzione del Maggiore risponde con una nota, in cui si legge che "purtroppo, nonostante la grande professionalità mostrata dalla psicologa in questione nel corso degli anni durante i quali ha collaborato con l’Aou, le modifiche delle normative intervenute hanno reso impossibile il proseguimento del rapporto. Tuttavia, l’assistenza non è mai mancata e anzi se ne è fatta carico la responsabile stessa del servizio di Psicologia Clinica. Siamo per altro in attesa che prenda servizio un nuovo psicologo che sarà prioritariamente dedicato al settore nefrologico e ai trapianti".

Ma i pazienti dicono che, sebbene qualcuno sia stato preso in carico, in molti altri casi non sono mai stati ricontattati. "L'assistenza è mancata eccome - dice Sonia Montanelli - Avrebbero dovuto richiamare tutti i pazienti che si sono rivolti all'URP, ma così non è stato. Ci hanno lasciato soli". 

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