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Cronaca

Blitz anti prostituzione, scoperto giro di permessi falsi a Novara

È stato un controllo anti-prostituzione effettuato a Novara dalla Polizia di Stato che ha permesso di scoprire una cooperativa la cui unica attività era quella di fornire permessi di soggiorno falsi a cittadini extracomunitari disoccupati

Maxi operazione contro l'immigrazione clandestina a Novara.

E' stato un blitz anti prostituzione degli uomini della Polizia di stato di Novara a permettere di scoprire un'ormai consolidata prassi crimininale, che rilasciava sul territorio novarese numerosi permessi di soggiorno falsi.

In particolare, gli uomini dell'Ufficio immigrazione della Questura di Novara si sono insospettiti quando, durante un controllo volto al contrasto del fenomeno della prostituzione, una professionista nigeriana ha mostrato loro il suo "regolarissimo" permesso di soggiorno per lavoro subordinato.

Sono così scattati immediatamente gli approfondimenti da parte degli agenti che hanno iniziato le indagini sul presunto datore di lavoro della donna. Gli accertamenti dalla Sezione Antifrodi dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Novara hanno permesso di far emergere l’esistenza di una cooperativa la cui unica ed esclusiva attività era quella di fornire a cittadini extracomunitari disoccupati, desiderosi di ottenere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato, un valido e prezioso aiuto: buste paga false e contratto di lavoro fittizio.

L’operazione si è conclusa la scorsa settimana: i titolari della ditta fantasma sono stati denunciati per il reato di favoreggiamento alla permanenza clandestina di cittadini extracomunitari, mentre ai cittadini extracomunitari sarà revocato il permesso di soggiorno.

La ditta, impegnata nella stipula di affari inesistenti, era stata utilizzata per regolarizzare fraudolentemente numerosissimi cittadini extracomunitari in tutto il Nord Italia, ben 12 (provenienti dal corno d'Africa e dal Pakistan) nella sola provincia di Novara. Il meccanismo era semplice: il cittadino extracomunitario dichiarava di essere appena stato assunto dalla ditta in questione, che dichiarava di avere sed nel centro di Milano e produceva un contratto di lavoro apparentemente ineccepibile. All’occorrenza erano poi pronte anche le prime buste paga, ovviamente false, attestanti l’effettiva esistenza del rapporto lavorativo. Poiché la documentazione era formalmente ineccepibile allo straniero veniva rilascio il permesso di soggiorno per lavoro subordinato per due anni.

E la prassi non era certo nuova: già il mese scorso gli agenti della Polizia di stato avevano denunciato due persone per lo stesso reato. Come emerso nella precedente operazione che aveva permesso di scoprire la stessa pratica, il meccanismo si fondava sul presupposto che i controlli non potessero essere eccessivamente approfonditi poiché il rapporto di lavorativo era appena iniziato. La ditta fantasma, infatti, era usata una sola volta e solo per l’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro.

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