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Cronaca

Sacerdote arrestato per pedofilia: la lettera del Vescovo

Mons. Brambilla si dice "pronto ad assicurare la massima trasparenza e la più cordiale collaborazione alla Magistratura". "Il mio primo pensiero - scrive - va alle giovani persone coinvolte con le loro famiglie"

A pochi giorni di distanza dall'arresto di don Marco Rasia, accusato di abusi sessuali su minori, prende parola il Vescovo di Novara, e lo fa scrivendo una lettera ai fedeli della sua diocesi.

"A poco più di un anno dalla mia presenza in mezzo a voi - scrive Mons. Franco Giulio Brambilla - affronto questi eventi non recenti con animo determinato e sereno, pronto ad assicurare la massima trasparenza e la più cordiale collaborazione alla Magistratura e dopo aver preso contatto anche con la Congregazione per la Dottrina della fede, competente per la disciplina canonica di questi casi".

"Il mio primo pensiero - aggiunge il Vescovo - va alle giovani persone coinvolte con le loro famiglie. Ho vissuto una vita insieme ai giovani universitari e alle famiglie con i figli disabili e so quanto la vulnerabilità dei figli e le loro ferite si incidono  indelebilmente anche nel cuore dei genitori. Per questo assicuro ad essi la mia profonda vicinanza, comprensione e affetto. Manifesto la mia più ampia disponibilità a incontrare i giovani e le loro famiglie, per ascoltarle e parlare con loro apertamente. Attendo con fiducia di conoscere dalle indagini in corso in modo esatto quante sono le persone coinvolte nei fatti".

"In particolare - prosegue Mons. Brambilla - sono vicino alle comunità di Castelletto Ticino e di Omegna, e condivido il loro sgomento e amarezza, che provo anch’io nel cuore, per la sorpresa dei fatti addebitati. Sono vicino a loro, raccomandando la preghiera e la prossimità, e manifesto il mio pieno sostegno. Assicuro che verrò nel più breve tempo possibile a visitare le vostre comunità per sentirle, rincuorarle ed essere presente a elaborare le ferite e le sofferenze procurate. Inoltre, dico la mia profonda stima per tutti i sacerdoti, gli animatori e i laici, che ho incontrato in questo primo anno e che s’impegnano nel campo dell’educazione. La loro passione e dedizione nello spendersi per i ragazzi, adolescenti e giovani non può essere minimamente intaccata da episodi devianti".

"Affido alla preghiera di tutti don Marco e la sua famiglia - scrive ancora - in questo momento grave per la custodia del suo ministero, con la speranza che egli possa chiarire e ricostruire in se stesso le ragioni e i gesti di un ministero che per altri aspetti era apprezzato e seguito. Il suo Vescovo esprime paterna vicinanza, e assicura il suo fattivo aiuto fraterno, auspicando che sia stabilita presto la verità dei fatti. A tutta la comunità diocesana, raccomando la sobrietà nei linguaggi e nei discorsi e un tempo di preghiera, di purificazione e di intercessione, perché le prove nuove e antiche sono una sfida per rendere sempre più trasparente la Chiesa, per essere capace di dire al mondo il Signore Gesù risorto. A Lui vi affido con la speranza viva che la Chiesa di Novara risplenda bella com’è in molte persone (sacerdoti, missionari, religiosi, laici) che ogni giorno si spendono nell’educazione e nella carità".

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