"L'Inps non è un bancomat": presidio di protesta a Novara
Continua lo stato di agitazione dei lavoratori novaresi dell'Istituto di previdenza, che mercoledì mattina si sono dati appuntamento davanti alla sede della Prefettura
Presidio dei lavoratori dell'Inps questa mattina, mercoledì 23 ottobre, davanti alla sede della Prefettura di Novara.
Dopo la sciopero dello scorso 18 ottobre, e la proclamazione dello stato di agitazione permanente, i lavoratori dell'Istituto di previdenza sono scesi di nuovo in piazza per manifestare contro la manovra della Legge di stabilità, che prevede ulteriori tagli alle retribuzioni e riduzioni del personale.
In particolare, quello che viene contestato dalle Rsu Inps è la decurtazione del salario accessorio dei dipendenti (si parla di circa 300 euro netti in meno in busta paga ogni mese), derivante dalla mancata approvazione, da parte della Ragioneria generale dello Stato, del piano di riduzione della spesa presentato dall’Inps.
"Invece di procedere con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi e qualificare il lavoro - si legge in una nota diffusa dalle Rsu Inps di Novara - non si trova di meglio che ridurre il personale e tagliare le retribuzioni. Ciò avrà inevitabili ripercussioni sui livelli e sulla qualità dei servizi all'utenza, oltre a produrre inaccettabili penalizzazioni per i lavoratori. Riteniamo che, se realmente si volessero mettere a disposizione servizi più efficaci e meno costosi, si dovrebbe dirigere la scure su spese improduttive, appalti, consulenze, affitti, commesse inutili, e non certo, come purtroppo sta avvenendo, su organici e retribuzioni".
Nella mattinata di oggi, i rappresentanti dei lavoratori hanno consegnato un documento ufficiale al Prefetto indirizzato al Governo e in cui si chiede di sollecitare la verifica della variazione del bilancio dell'Inps per scongiurare i paventati tagli alle retribuzioni.
"L'Inps - si legge ancora nella nota - non può essere utilizzato come il bancomat da cui ogni governo preleva a piacimento".
