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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

AlmaLaurea, i laureati dell'Upo lavorano e guadagnano di più

Presentato il rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani. L'Università del Piemonte Orientale conferma la buona performance dei suoi laureati triennali e magistrali

È stato presentato questa mattina, giovedì 16 aprile, presso l’Università di Milano Bicocca, il XVII rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani.

L’indagine, che ha coinvolto a livello nazionale quasi 490mila laureati delle 65 università aderenti al Consorzio, ha preso in esame i laureati di primo e secondo livello del 2013, del 2011 e del 2009, intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dalla laurea. Per l’Università del Piemonte Orientale l’indagine ha riguardato complessivamente 2.605 laureati e ha restituito risultati positivi, in linea con quelli dei rapporti precedenti.

I laureati del 2013, intervistati a un anno dalla laurea, sono stati 1.194 laureati triennali e 311 laureati magistrali biennali (un tasso di risposta dell’87%). Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali è pari al 59%, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale (41%). Tra gli occupati triennali dell’Università del Piemonte Orientale il 52% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 7% coniuga la laurea magistrale con il lavoro.

Chi continua gli studi con la laurea magistrale è circa il 29% (la media nazionale è del 54%): il 22% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, il 7% studia e lavora. Il 15%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro.

Il lavoro stabile - contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) - coinvolge, a un anno dalla laurea, 44 laureati occupati su cento di primo livello, un valore nettamente superiore alla media nazionale del 33%. Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 56% (prevalentemente con contratti a tempo determinato, mentre il 4% è senza contratto). Il guadagno (calcolato su chi lavora solamente) è in media di 1.182 euro mensili netti. A livello nazionale è di 1.008 euro.

L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte entrano subito dopo il conseguimento della laurea triennale nel mondo del lavoro: il 59% contro il 41% della media nazionale. A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 65% dei laureati, un valore superiore alla media nazionale del 56%. Il 15% dei laureati continua la formazione (a livello nazionale è il 14%). Chi cerca lavoro è il 20,5% dei laureati magistrali, meno del totale dei laureati che è il 30,5%.

A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 52 laureati occupati su cento, più della media nazionale (34%). La precarietà riguarda il 47% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato; mentre i senza contratto sono il 2%). Il guadagno è superiore alla media nazionale: 1.230 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali.

I laureati biennali magistrali del 2009, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 234, con un tasso di risposta del 80%. L’84% è occupato, valore superiore alla media nazionale, pari all’81%. Il 7% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 6,5% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 9% contro il 12% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 73% degli occupati (è il 70% a livello nazionale). Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.455 euro mensili netti (sono 1.356 euro a livello nazionale).

 

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