Rubato nel 1990 da una chiesa del Vco, prezioso dipinto restituito alla Diocesi di Novara
Il quadro è stato consegnato dai carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Monza al vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla
Rubato 31 anni fa da una chiesta del Vco, è stato restituito oggi, martedì 7 settembre, alla Diocesi di Novara: si tratta di un dipinto attribuito a Filippo Abbiati (1643-1715), raffigurante "Cristo a mezzo busto", che era stato portato via dalla chiesa di San Martino a Vignone.
L'opera, porzione di una pala di altare di 160X240 metri raffigurante la Resurrezione, era stata rubata nel maggio del 1990. Il dipinto è stato consegnato dai carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Monza al vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla.
Le indagini e il ritrovamento
L’indagine che ha portato al ritrovamento dell'opera è iniziata nel 2010, quando nel contesto di un’ampia attività investigativa finalizzata al contrasto dei reati in danno del patrimonio culturale con riflessi di natura fiscale e doganale, nel corso di perquisizioni eseguite in Svizzera e Lombardia, è stato trovato e sequestrato il quadro, insieme a molti altri beni.
A seguito di ulteriori approfondimenti svolti in collaborazione con la Diocesi di Novara, i militari dell'Arma hanno quindi accertato che il dipinto corrispondeva perfettamente alla porzione di un’opera d’arte di più grandi dimensioni, oggetto del furto consumato nel 1990 nella chiesa di San Martino a Vignone e censita nella "Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti", il più grande database di opere d’arte rubate al mondo.
Il risultato investigativo è anche frutto della collaborazione condotta da diversi anni tra la Conferenza episcopale italiana ed il Ministero della Cultura sulla tutela del patrimonio culturale ecclesiastico.
"Ringrazio i carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale di Monza per il loro prezioso lavoro - ha commentato il vescovo di Novara - reso possibile dalla collaborazione con il nostro ufficio per i beni culturali ecclesiastici e con le soprintendenze. Il ritorno di questa opera in Diocesi di Novara dimostra l’importanza del lavoro di catalogazione del nostro patrimonio artistico".