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Cronaca

Novara protagonista nella ricerca di una cura contro l'Emofilia A

L'Università del Piemonte Orientale ha ospitato nei giorni scorsi il meeting del progetto europeo HemAcure che coinvolge anche un gruppo di ricercatori dell'Upo guidato da Antonia Follenzi

Il 13 e il 14 giugno il Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università del Piemonte Orientale, a Novara, ha ospitato il secondo meeting dei partner del progetto europeo HemAcure, che riunisce in una cordata europea ricercatori e imprese per sviluppare una terapia clinica a base cellulare per curare l’emofilia A.

L’emofilia A è una grave malattia genetica causata dalla mancanza, o dall’attività ridotta, del fattore VIII della coagulazione; le persone che hanno mutazioni di questo gene sanguinano in modo prolungato e anormale quando riportano delle ferite. Il gruppo di ricerca internazionale, di cui fanno parte la professoressa dell'Upo Antonia Follenzi e il suo gruppo, lavora dallo scorso novembre per cercare di migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da questa patologia. I partner si sono riuniti per valutare l'avanzamento del progetto HemAcure e definire insieme i prossimi obbiettivi da raggiungere entro fine anno, quando si riuniranno in Inghilterra. La dottoressa Piercarla Schinco, membro dell’advisory board, ha inoltre tenuto una lezione di aggiornamento sull'emofilia e sugli ultimi studi pubblicati.

Il gruppo di ricerca, che si è riunito nell’HemAcure Consortium, è coordinato dalla University Hospital Würzburg (Germania); gli altri partner, oltre all’Upo, sono la Loughborough University (Regno Unito) e le aziende "Ims" (Germania), "Gabo:mi" (Germania) e "Sernova" (Canada). Il progetto europeo triennale si è aggiudicato un finanziamento di 5,6 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020, il programma di Ricerca & Innovazione dell’Unione Europea attivo dal 2014 al 2020.

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