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Cronaca

Turismo, in Piemonte al via la riforma delle strutture extralberghiere

Obiettivo principale del testo è l'armonizzazione della normativa piemontese con quella nazionale e comunitaria vigente

E’ iniziato il percorso per dare al Piemonte una nuova normativa su bed&breakfast, affittacamere, case vacanza, residenze di campagna, ostelli. La Giunta regionale ha infatti deliberato un disegno di legge che mira a riorganizzare questo modello di ospitalità, sempre più diffuso di pari passo con la costante crescita dei flussi turistici.

L'obiettivo principale del testo, che passa ora all’esame del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva, è l’armonizzazione della normativa piemontese con quella nazionale e comunitaria vigente, riunendola in un unico corpo e aggiornando un'impostazione ormai obsoleta (la legge regionale di riferimento è la 31 del 1985).

"Si tratta di un intervento reso necessario dall'evoluzione delle forme di accoglienza turistica - ha commentato l’assessore alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi - che stanno caratterizzando il settore in tutto il mondo, nell'ottica di offrire ai nostri ospiti standard qualitativi opportuni, di adeguare modelli e denominazioni ai parametri del mercato turistico internazionale, fare emergere situazioni di illegalità e abusivismo".

Una delle novità più rilevanti riguarda le strutture a conduzione familiare, come b&b ed affittacamere, per le quali la nuova norma detta i confini entro cui possono essere gestite in forma non imprenditoriale: per i primi soglia è fissata a tre camere, al di sopra delle quali sarà necessario disporre della partita Iva dedicata, con un limite massimo di sei stanze, oltre cui non si può essere annoverati in tale categoria; per gli affittacamere invece il servizio potrà essere esercitato in modo non imprenditoriale se svolto in forma occasionale e non continuativa e in non più di due appartamenti posti nello stesso stabile, con un massimo di tre camere e sei posti letto. 

Previsto l’inserimento della country house o residenza di campagna: dovranno essere ville padronali, casali o case coloniche ubicate in luoghi di valore naturalistico e paesaggistico, in centri sotto i 10mila abitanti, amministrate in forma imprenditoriale, non annesse a un’azienda agricola e non gestite da un imprenditore agricolo, con camere o con appartamenti con cucina fino ad un massimo di dieci posti letto.

Altro ambito di intervento sono le locazioni turistiche: l’affitto di un'abitazione, per essere considerato attività ricettiva, dovrà disporre di servizi quali fornitura e cambio biancheria, ricevimento ospiti, assistenza in camera, in assenza dei quali verrà considerata attività di mera locazione abitativa. Si vogliono così contrastare forme irregolari di ospitalità, migliorando la sicurezza e includendo tali strutture nei meccanismi di rilevazione statistica e informativa, facendo emergere la reale portata del settore extralberghiero.

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