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Cronaca

Lotta alla criminalità: beni per 7 milioni sequestrati ai Di Giovanni

L'operazione è stata condotta dalla Squadra mobile di Novara e ha interessato, oltre al novarese, numerose città del Nord Italia. Tra i beni sequestrati anche una Ferrari e due appartamenti a Venezia

Sette milioni di euro: è questo il valore complessivo dei beni personali sequestrati oggi dalla polizia alla famiglia Di Giovanni, considerata dalle forze dell'ordine vicina a gruppi criminali di notevole spessore.

L'operazione è stata condotta dalla Squadra mobile di Novara e ha interessato, oltre al novarese, numerose città del Nord Italia. Un'attività complessa, che ha portato al sequestro di società, appartamenti e auto di lusso, svolta grazie alla collaborazione delle polizie di molte province, tra cui: Vercelli, Alessandria, Biella, Crotone, Cuneo, Lecco, Massa, Milano, Palermo, Pavia, Roma, Torino, Varese, Venezia e Verona.

Alla famiglia Di Giovanni, finita agli onori delle cronache un anno fa per l'arresto per usura ed estorsione di alcuni dei suoi membri, la polizia ha sequestrato: 151 veicoli, tra cui 4 auto di lusso; 10 società, tra cui la concessionaria Borgo Service di Sizzano e alcuni bar e locali del novarese; 15 immobili, di cui 2 a Venezia; e alcuni conti correnti.

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Sette milioni di beni sequestrati ai Di Giovanni

 

La misura di prevenzione patrimoniale è stata richiesta dal questore Gaetano Todaro nei confronti di Giuseppe Di Giovanni, detto Pino, attualmente ristretto presso la Casa circondariale di Vercelli, Francesco Di Giovanni, agli arresti domiciliari, Ignazio Di Giovanni, ristretto presso il carcere di Novara, Giuseppe Di Giovanni, in carcere a Novara.

La misura preventiva è stata quindi approvata dal Tribunale, che ha poi nominato una serie di commissari per la gestione dei beni posti sotto sequestro.Le società e le attività sequestrate non sono state chiuse: continueranno infatti a operare, sotto il controllo dei commissari, ma i ricavi e i guadagni non finiranno più nelle tasche dei Di Giovanni.

"Si tratta di una misura preventiva di caratterere amministrativo - ha spiegato il questore - svolta dalla Questura con, almeno inizialmente, il coinvolgimento della Guardia di Finanza. I beni sequestrati, infatti, avrebbero potuto essere utilizzati dalla famiglia Di Giovanni per finanziare attività illecite. Questo risultato non è stato semplice da raggiungere, ma è solo il primo tassello: il lavoro continuerà, ci aspettiamo che emergano altri beni".

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