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Cronaca

Sequestro di latte in polvere: risponde la Latteria di Cameri

Dall'azienda novarese arrivano alcune precisazioni in merito all'operazione eseguita dai Nas di Torino: "L'oggetto del sequestro in realtà è terreno colturale utilizzato per la moltiplicazione dei fermenti lattici"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

In merito alla notizia rimbalzata sui media relativa al sequestro di latte in polvere in un caseificio del novarese, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni per poter chiarire alcuni aspetti, ritengo grotteschi, di quanto circolato. Il caseificio siamo noi: la storica Latteria Sociale di Cameri.

L'oggetto del sequestro in realtà è terreno colturale (stiamo per pubblicare online, in trasparenza, le nostre relative ricevute) utilizzato per la moltiplicazione dei fermenti lattici che, in ambito caseario, sono la base da cui parte (assieme agli enzimi del caglio) la trasformazione del latte in qualsiasi formaggio. Il produttore è il Centro Sperimentale del Latte (www.csl.it), autorevole società nel campo dei coaudivanti tecnologici per il settore caseario e farmaceutico.

Alcuni numeri per capire meglio.
Il quantitativo di questo terreno colturale presente in caseificio è pari a circa 240 kg e rappresenta quanto mediamente utilizzato in un mese di lavorazione (in quanto minima è la quantità utilizzata nel processo produttivo). La parte mancante della fornitura arrivata a metà marzo (circa 130 kg) era stata utilizzata nelle tre settimane precedenti.

In un mese la Latteria lavora, per contro, circa 800.000 litri di latte fresco raccolto dalle proprie stalle. Se tale terreno venisse completamente rigenerato tal quale per sostituire il latte fresco, come erroneamente sostenuto, se ne produrrebbero circa 2.500 litri (lo 0.3% di quanto trasformato). Peccato però che sarebbe praticamente privo di grasso, con un quadro proteico completamente alterato rispetto al latte fresco, con presenza di lieviti e sali minerali che renderebbero praticamente impossibile la caseificazione a formaggio.

Altro aspetto utile a capire da che parte stia la verità è che questo prodotto costa quasi 6 euro al kg. Ciò vuol dire che il prodotto (qualitativamente inferiore al latte) una volta diluito e pronto all'uso costerebbe però il 50% in più. A questo punto sfugge dalla nostra comprensione dove stia la convenienza economica!

Altro aspetto interessante è il video apparso inizialmente sul sequestro effettuato dai Nas. Chi conosce la Latteria si sarà chiesto dove siano andati a girare le riprese. Io non lo so, di sicuro non da noi, salvo gli ultimi 2 secondi in cui inquadrano un bancale di scatole bianche: il "corpo del reato". Sinceramente mi pare scarsamente professionale parlare di qualcosa e fare vedere tutt'altro, evidentemente siamo noi a farci troppi scrupoli. Probabilmente se ne è reso conto anche qualcun altro ed il video è sparito. Partendo da tale video alcuni si sono messi a parlare di fusti di latte in polvere: falso. Vi possiamo assicurare che il terreno colturale è confezionato in sacchetti monodose da 4,6 kg e posto in scatole bianche da due dosi. Anche questa quantità dovrebbe far destare qualche sospetto in merito alla convenienza ad imballare un prodotto in dosi così piccole e precise se il fine fosse quello di trarne un vantaggio economico. Il motivo evidentemente è un altro: si parla di dose in quanto un sacchetto è dosato per ottenere un bidone da 50 litri di fermento.

Esperti del settore confermano l'obiettività della nostra versione dei fatti.
In queste ore chi lavora nel settore sta confermando le nostre affermazioni: lo ha fatto con un Comunicato il Presidente di Fedagri Piemonte, che è anche responsabile del settore latte di Fedagri Confcooperative Nazionale; lo ha fatto il responsabile del servizio veterinario dell'Asl, che ha confermato la qualità dei nostri prodotti ribadendo che "La presenza di terreno colturale è diffusa e lecita nei caseifici", e la rivista di settore Alimentando.info che, conoscendo le aziende casearie, ha potuto confermare il tradizionale utilizzo del terreno colturale.

La Latteria di Cameri da quasi 100 anni raccoglie il latte dagli allevamenti dei soci di Cameri e dintorni lavorando per cercare di remunerarlo al meglio. Abbiamo da sempre fatto come nostro credo la qualità dei formaggi legandola alla lavorazione totalmente artigianale nel massimo rispetto dei disciplinari e ancor più della lavorazione tradizionale. Tutti riconoscono, nel novarese e non solo, l'altissimo livello qualitativo raggiunto dalle nostre produzioni e i premi ottenuti in innumerevoli concorsi caseari ce ne danno atto (Premio Roma 2009 e 2010, Trofeo S. Lucio 2010, Grolla d'Oro 2010, Artigiano Radioso 2011, Brevetto Toma Blu, ecc.).

Stiamo investendo per migliorare ulteriormente le nostre strutture produttive, mantenendo però fermo l'obiettivo di non modificare la bontà dei nostri formaggi a scapito, il più delle volte, di possibili risparmi nei costi della produzione e della manodopera. E tutto questo a che pro, quando basta un verbale pieno di errori e una conseguente divulgazione erronea dello stesso per mandare alle ortiche tutto? Confidiamo che dietro tutto questo non ci sia una qualche regia o altri interessi (vedi il commento di Assolatte), perché personalmente e a nome della Latteria non abbiamo alcuna intenzione di abbassare la testa e subire passivamente.

Se c'è qualcosa di sbagliato in questo sistema di operare ritengo sia giusto vada evidenziato e corretto. In futuro chi lavora onestamente come noi non deve essere accusato di frodare in un modo così superficiale!

Latteria Sociale di Cameri - il Direttore Gianpiero Mellone

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