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Cronaca

Castello di Miasino, dopo lo sgombero garantire il riutilizzo sociale

E' il commento di Libera, secondo cui "è fondamentale che in tempi brevi la Regione ufficializzi all'Agenzia nazionale la manifestazione d'interesse ad acquisire il bene nel suo patrimonio indisponibile"

Il Castello di Miasino è stato liberato: nella giornata di ieri, martedì 17 febbraio, le forze dell'ordine hanno proceduto allo sgombero del bene confiscato alla mafia nel 2009, ma fino a ieri ancora occupato e gestito da da una società riconducibile all'ex titolare del bene, il boss della camorra Pasquale Galasso.

Un provvedimento importante, cui deve seguire, secondo Libera, il riutilizzo sociale del bene. L'associazione è infatti intervenuta sulla notizia dello sgombero con una nosta stampa in cui si dichiara che: "Al di là della messa in sicurezza dell’immobile e della vigilanza che le Istituzioni garantiranno, occorre che tutti i soggetti coinvolti si attivino per risolvere i nodi ancora da sciogliere. In particolare è fondamentale che in tempi brevi la Regione Piemonte ufficializzi all’Agenzia nazionale la manifestazione d'interesse ad acquisire il bene nel suo patrimonio indisponibile, procedendo successivamente all'assegnazione tramite bando pubblico".

"Le particolari condizioni del bene, le sue caratteristiche architettoniche e la presenza all’interno di un’impresa attiva fino ad oggi - si legge ancora nella nota di Libera - rendono impensabile immaginare che l’immobile possa restare inutilizzato per un lungo lasso di tempo.  È necessario che il Castello di Miasino diventi da oggi priorità regionale e nazionale per tutti quei soggetti, sia istituzionali sia del partenariato economico e sociale, che credono che il miglior modo per testimoniare un impegno diretto ed efficace contro le organizzazioni criminali sia quello di trasformare presidi di malaffare e violenza in occasioni di riscatto civile, sociale e di sviluppo economico".

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