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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Borgomanero

Diocesi: si è aperto il XXI sinodo, il Vescovo lo presenta alla comunità

Si è tenuta oggi presso l'auditorium dell'oratorio di Borgomanero, la prima sessione plenaria del XXI Sinodo diocesano. Dopo un intervento del vescovo sulla prima fase del Sinodo, la presentazione dell'Instrumentum Laboris

Aperti questa mattina, sabato 13 settembre i lavori al 21°sinodo della diocesi di Novara.

Dopo un momento di apertura e riflessione a cura del Vescovo, somo stati costituiti i Gruppi di lavoro con la suddivisione su base territoriale dei Sinodali. In questa prima fase che si concluderà il 29 novembre i Gruppi di lavoro si concentreranno su tre punti, espressi dal vescovo nella sua Lettera Pastorale “Come sogni la Chiesa di domani”: 

“Ospitalità dell’umano”, “differenza cristiana” e “stile di comunione nelle e tra le parrocchie”: questi i punti chiave.

Nei vicariati (Novara, Ovest Ticino, Aronese, Borgomanerese, Cusio, Verbano, Ossola e  Valsesia) gli incontri di lavoro e condivisione saranno aperti a tutti i membri delle comunità.  Contestualmente, il vescovo ha anche scritto una lettera a tutta la diocesi, per spiegare le modalità e il senso del lavoro che vedrà impegnata la Chiesa Novarese in questi due anni.

"Alle comunità cristiane della Diocesi di Novara, vi scrivo questa lettera per illustrare in modo semplice il XXI° Sinodo della Chiesa di  Novara, che si è aperto il giorno di Pentecoste di quest’anno e ha iniziato i suoi lavori il 13 settembre 2014. È un momento importante della nostra Chiesa, dal quale ci attendiamo frutti anche per tutti coloro che guardano con attenzione al futuro di questo mondo travagliato, ma bisognoso di speranza. Con alcune domande cerco non solo di spiegare questo evento ecclesiale,  ma di invitarvi a circondarlo di simpatia, di preghiera, di attenzione e di collaborazione. Che cos’è? La parola “sinodo” (syn-odos) significa “camminare insieme” nel senso di cercare una “via comune” per immaginare la Chiesa di domani e il suo rapporto con il mondo odierno. Lo stesso termine è utilizzato per i grandi Concili Ecumenici come il Vaticano II e il Concilio di Trento. Ma ogni Chiesa locale può indire un Sinodo particolare, che è una riunione di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici che cercano insieme, sotto la guida dello Spirito e in comunione con il Vescovo, per sognare le nuove vie dell’unico Vangelo. In attento ascolto della Parola tutti dobbiamo accogliere che cosa dice lo Spirito alla nostra Chiesa locale, alle parrocchie, alle comunità religiose, alle associazioni, movimenti e gruppi, per camminare con nuovo slancio e vigore.

Perché? La nostra Diocesi ha già celebrato nella sua storia venti sinodi, scandendo il tempo dei grandi momenti della sua storia. Talvolta questi hanno attuato svolte importanti nella vita della Chiesa, altre volte hanno segnato quasi una pausa di riflessione e di raccolta ordinata dei risultati dopo un periodo di intenso cammino comune. L’ultimo sinodo è stato celebrato alla fine dell’episcopato di mons. Aldo Del Monte e ha rappresentato un momento luminoso, facendo quasi sintesi dei primi venticinque anni di ricezione del Concilio. Gli anni in cui si è celebrato (1988-1990) sono stati anche gli anni della svolta, con il crollo del muro di Berlino (1989), la fine del tempo dello ideologie, ma anche lo spegnersi degli ideali con cui costruire insieme la città degli uomini. Il tempo successivo ha visto apparire nuove e difficili sfide: sullo scenario mondiale, con la fine della contrapposizione tra Est e Ovest, si è affacciato un panorama multiculturale e di pluralismo religioso; nello spazio più vicino a noi, la grave crisi economica e spirituale di questi ultimi anni ha prodotto trasformazioni che influiscono sulla vita della Chiesa e della società civile attuale. Per le nostre comunità cristiane è un tempo di “rigenerazione”  che deve immaginare come vivere la fede e la Chiesa all’inizio di questo nuovo millennio. Qual è il tema? Il tema del Sinodo declina l’intuizione di Papa Francesco per la nostra Diocesi: una Chiesa “in uscita” per donare la gioia del Vangelo. Non è un sinodo a tutto campo, ma con un filo rosso ben preciso, che mira a dire parole e compiere gesti per "rigenerare” il volto della Chiesa del futuro. La vita della Chiesa si rigenera ogni volta che si  lascia convertire dal Signore. Ho tentato di suggerire ai sacerdoti nella Messa Crismale del Giovedì Santo, ma vale per tutti noi, che generare è un lungo percorso che avviene in cinque momenti: desiderare, concepire, mettere al mondo, prendersi cura e lasciar andare. Occorre risvegliare il desiderio di una vita cristiana ed ecclesiale più bella; si tratta di concepire con creatività e responsabilità scelte nuove e gesti pratici per aprire i recinti delle nostre parrocchie, movimenti, gruppi e associazioni; bisogna correre il rischio di mettere al mondovita fresca e tentativi innovativi di annuncio del vangelo nelle parrocchie, nelle famiglie e con i giovani; ancora, è necessario prendersi cura con concretezza che questa vita cresca, che la fede si rinnovi, che la speranza sia viva; infine, bisogna lasciar andare nel vasto campo della città e del mondo le energie fresche per rinnovare il futuro. Quali scelte concrete? Alcuni pensano che il Sinodo debba soprattutto rinnovare il volto della parrocchia. Il Sinodo vuole fare anche questo, ma molto di più: abbiamo bisogno che il volto missionario delle parrocchie si mostri con una coraggiosa volontà di lavoro comune. Nella nostra Diocesi abbiamo un terzo di parrocchie piccole sotto i cinquecento abitanti: nessuna di loro verrà dimenticata, con la sua storia, con la memoria della sua tradizione spirituale, con le infinite chiese che punteggiano il nostro incomparabile territorio. Ma se non vogliamo morire dobbiamo far convergere le forze almeno su due fronti: la collaborazione nelle Unità Pastorali Missionarie e la scoperta di nuove energie e presenze laicali. Soprattutto queste potranno già fin d’ora dare il loro generoso contributo a ridisegnare l’immagine della Chiesa. Ciò che non dev’essere perso è il rapporto con il territorio che non è solo la difesa dell’identità storica e geografica di una parrocchia, ma la messa in comune dei percorsi spirituali, dei cammini pastorali e dei gesti di servizio alla vita quotidiana delle persone. Una Chiesa radicata sul territorio è una comunità che si “fa prossimo” alla storia delle persone, in particolare delle famiglie e dei giovani. Anche le associazioni e i movimenti, sia formativi che di volontariato, dovranno sempre più pensarsi a servizio della missionarietà tra le parrocchie. La seconda parte del Sinodo sarà dedicata a pensare la famiglia, che oggi vive un particolare momento di debolezza e crisi, perché faccia rivivere la parrocchia come una “comunità di famiglie”. Bisogna stare vicini alle famiglie nel momento “generativo” con cui la coppia “inizia a vivere insieme” e “dà alla luce i figli”. Il momento dell’educazione degli adolescenti e giovani sarà un altro modo con cui la parrocchia e le comunità cristiane debbono rigenerare se stesse. Se le nuove generazioni troveranno nelle comunità cristiane spazi nuovi, ciò sarà anche un pungolo per la società civile nel dare speranza ai giovani, per non rinviare troppo la possibilità di accedere al lavoro e alle responsabilità della vita. Non possiamo disperdere questo patrimonio di futuro. Con chi? Infine, il Sinodo è un evento di tutta la Diocesi. Se i quasi duecento delegati sinodali saranno direttamente i protagonisti del Sinodo, essi devono vivere il loro impegno come espressione di tutte le comunità cristiane. Con esse devono tenere un rapporto intenso di comunicazione, interesse, attenzione, coinvolgimento, che non faccia diventare il Sinodo un evento per specialisti. Il Vescovo e i responsabili ecclesiali staranno in attento ascolto di tutti i suggerimenti, vagliandoli alla luce della tradizione vivente della Chiesa e leggendo in profondità le istanze del tempo attuale. Soprattutto mi attendo molto dalla preghiera insistente e appassionata di tutte le assemblee cristiane, delle comunità monastiche e religiose, e di tutti credenti che vogliono bene al Signore e alla sua Chiesa. Dico ai sacerdoti e ai responsabili di comunità: fate pregare i bambini, i giovani, le famiglie, gli anziani, gli ammalati, le persone semplici di cuore. Saranno essi a ossigenare l’atmosfera del Sinodo, a far sentire la brezza leggera dello Spirito che ci parla e ci spinge anche oggi a scegliere le vie nuove del futuro.Carissimi, ho cercato con queste semplici indicazioni di illustrarvi cos’è il nostro Sinodo. Faccio conto sul vostro affetto e sulla vostra preghiera, perché questo evento sia circondato da una corrente spirituale di fraternità e di generosità. Vi abbraccio nel Signore risorto che fa nuove tutte le cose". 

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